Victoria Di Stefano (Rimini, Italia, 21 giugno 1940 – Caracas, 6 gennaio 2023), scrittrice venezuelana la cui vita è stata segnata dalla seconda guerra mondiale, dalle dittature e dall’esilio; Inoltre, riferendosi al romanzo ispano-americano, morì il giorno dei Re Magi nella città di Caracas, lasciando ai lettori un’eredità inestimabile: il suo lavoro; Ecco gli indirizzi Irrisolto (1971); La notte chiama la notte (1985); posto dello scrittore (1992); testa di vita (1993); Storie a piedi (1997), finalista al Premio Internazionale Romulo Gallegos per la Fiction; Sta piovendo (2002); vecchi cartoni animati (2010), Premio della Critica; Diario 1988-1989. Disobbedienza marginale (2016) e accettare accettare (2020). Ha anche pubblicato articoli Sartre e il marxismo (1975) e Poesia e modernità, Baudelaire (1984).
La sua passione per l’insegnamento lo ha fatto percorrere i corridoi dell’Università Centrale del Venezuela, la casa di studi dove si è laureato in Filosofia fino a quando finalmente la sua vocazione letteraria si è rafforzata e ha ceduto senza paura: “Non ho mai pensato di voler fare lo scrittore. Semplicemente fin dalla tenera età ho iniziato a leggere e scrivere, leggevo molto, era difficile passare un giorno o una notte senza leggere. Mio padre era un grande lettore, le mie sorelle sì, e a scuola ci portavano in biblioteca ogni pomeriggio era una biblioteca decente ma lì leggevo quasi tutto Jules Verne, Mark Twain, La capanna dello zio TomStando a quanto ha raccontato l’autrice in una delle sue recenti interviste a Globalismo.
Di Stefano concepiva la scrittura come un’arte di conoscere l’uomo e conoscere se stessa. Un esercizio di memoria svolto partendo dal presupposto che con l’età il passato ritorna prepotente fino a diventare un modo di vivere, ascoltare, osservare, riflettere, (ri)pensare…per connettersi con la realtà. Perciò rileggeva sempre molti dei libri che aveva letto dieci o vent’anni prima e che avevano segnato la sua formazione: Alla ricerca del tempo perdutodi Marcel Proust Odisseodi James Joyce Il diario di AdrianoDi Marguerite Yourcenar… Anche lui non ha smesso di scrivere, lo ha fatto ogni singolo giorno, è stata una sfida piena di speranza. Il suo romanzo più recente, inedito e, si spera, presto pubblicato, è legato a vecchi cartoni animati S accettare accettare. Ha un titolo suggestivo: Se possibile, una nuova vita.
Colta e amante del linguaggio, ha assistito a scrittori della sua generazione come Rafael Cadenas, Antonita Madrid, Eugenio Montejo, Edinodio Quintero, Eduardo Lindo o Elisa Lerner, solo per citarne alcuni. Il ventesimo e il ventunesimo secolo. Victoria di Stefano ha atteso, fino all’ultimo respiro, nuove atmosfere e prospettive per il Paese: “Lo spero, lo spero e lo aspetto con il massimo entusiasmo. Lo spero, lo spero, lo desidero con tutto il mio cuore”.
Tra i premi di Di Stefano ci sono il Premio Comunale per il Saggio (1984), il Premio Comunale per il Romanzo (2006), l’Ordine di Cavaliere della Repubblica Italiana (2018) e l’Ordine Andrés Bello dell’UCAB, nel 2022.
Conclusione
“Infine, qual è la finestra attraverso la quale Victoria guarda Stefano?
– È una delle finestre progettate dal Banco Obrero nei suoi anni d’oro, e si chiama finestre Macuto. Dalla mia stanza vedo Avila. A volte frizzante, a volte coperto.”
Avila e una finestra la proteggono nel sonno profondo e le dicono addio a quella luce speciale di cui gode Caracas in questi giorni. Ma oltre a quella montagna e a quella finestra, mancherà la sua presenza in piazza mentre lasciava alcuni dei suoi libri sulle panchine per trovare nuovi lettori: “Siamo più soli, se ne vanno amici e parenti, gente del mio paese. La generazione ha ho perso molti amici dell’infanzia e della giovinezza, compresi poeti e scrittori. I più cari, dobbiamo superare ogni giorno molte difficoltà pratiche e fardelli emotivi. Non ho mai smesso di amare Caracas “, ha detto a questo giornale nel 2017.
Dicono che uno dei significati del nome Victoria sia colui che conquista il mare, Victoria Di Stefano è riuscita a farlo, anche se non era ossessionata o in ansia per il successo, si è guadagnata il diritto di scrivere, come ha ammesso. Giornalista e scrittrice Milagros Socorro, ha costruito la sua stanza accanto ai suoi ruoli di madre e insegnante. Il suo lavoro è stato premiato e ha ricevuto molti encomi in importanti pubblicazioni e fiere del libro, anche se dovrebbe leggere di più nelle scuole d’arte e nei laboratori letterari. Ecco perché oggi gli scrittori ispanoamericani, e in particolare gli scrittori venezuelani, devono rispettare la sua eredità, in questo impegno a preservare ed evidenziare il passaggio delle donne attraverso le arti letterarie.
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