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Uno shock in Italia: la donna che ha fatto morire di fame un bambino di un anno!

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Uno shock in Italia: la donna che ha fatto morire di fame un bambino di un anno!

La vittima ha solo un anno e mezzo. La donna è uscita di casa da sola per quasi una settimana per trascorrere qualche giorno con il compagno.

Oggi sono le 21:58

L’italiana Alessia Piferi è stata condannata all’ergastolo questo lunedì per aver lasciato morire di fame la figlia Diana di un anno e mezzo nel 2022. La sentenza è stata emessa da un tribunale penale di Milano, nel nord del Paese.

Il giudice Ilio Mannucci Pacini ha pronunciato la prima sentenza di un caso che ha sconvolto l’opinione pubblica italiana. Con ciò ha accolto la richiesta della Procura di condanna all’ergastolo.

Piferi è stata accusata di omicidio colposo per la morte della figlia di 18 mesi, che aveva lasciato sola nella sua casa alla periferia di Milano tra il 14 e il 20 luglio 2022, per recarsi a casa del compagno a Bergamo, nel nord-est d’Italia.

L’autopsia ha rivelato che la ragazza è morta di disidratazione, ha riferito l’EFE.

Cosa ha detto la donna condannata per aver fatto morire di fame sua figlia?
L’avvocato della donna, Alessia Pontenani, aveva chiesto la sua assoluzione, affermando che l’imputata non intendeva uccidere la figlia e voleva che fosse processata solo per il reato di abbandono di minore. In seguito, attribuì le sue azioni alla “vita terribile” e all'”abbandono” che il suo cliente aveva subito.

Nel corso del processo, la madre ha ammesso che in altre occasioni, aveva lasciato la ragazza sola a casa per interi fine settimana.

“Proviamo un grande dolore. Si è dimenticato di essere madre. Dovrebbe pagare per quello che ha fatto… Se almeno si fosse pentito o si fosse scusato… ma non l’ha fatto”, si è lamentata la madre della ragazza, Maria, dopo aver saputo del fatto. la frase.

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Allo stesso modo, la difesa ha presentato una serie di perizie psichiatriche effettuate sulla madre presso il carcere di San Vittore a Milano, che certificavano un punteggio intellettivo “molto basso”, pari a 40 punti, che le avrebbe “impedito di rendersi conto della sofferenza e delle conseguenze delle proprie azioni”. .”

Tuttavia, la corte la sottopose ad un’altra serie di test. Sebbene gli esami abbiano confermato il “complesso stato mentale” dell’imputata, non hanno accertato che avesse una “disabilità cognitiva”, motivo per cui gli esperti ritenevano che fosse consapevole delle conseguenze del lasciare sola la figlia.

La Procura ha invece affermato che sul corpo della ragazza c’erano tracce di anestetico, anche se le indagini hanno finalmente escluso questa possibilità. I pubblici ministeri hanno avviato un’indagine parallela contro l’avvocato della donna condannata e gli psicologi del carcere per chiarire se abbiano manipolato i suoi test psichiatrici.

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