Lo scienziato italiano Giuseppe Remozi, che attualmente ricopre la carica di direttore dell'Istituto di ricerca farmaceutica Mario Negri di Milano (Italia), ha rilasciato dichiarazioni sul nuovo virus Corona che hanno suscitato polemiche nei giorni scorsi.
Secondo lui il Covid-19, che è un prodotto del virus, è ora “completamente diverso rispetto all’inizio della pandemia”.
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Remuzzi è un medico e scienziato famoso nel suo Paese. Si è formato presso l'Università di Pavia e successivamente si è specializzato in Ematologia e Nefrologia presso l'Università degli Studi di Milano. A partire dal 1975, ha iniziato la sua carriera accademica presso l'ospedale Bergamo, sua città natale e uno dei luoghi con il maggior numero di morti per coronavirus al mondo.
Rispetto a marzo dello scorso anno, infatti, i decessi nella città italiana sono aumentati di oltre il 400%.
Da luglio 2018 Remozi è Direttore dell'Istituto di Ricerche Farmaceutiche Mario Negri, ente no-profit dedicato alla ricerca clinica e biomedica che Ha monitorato attentamente lo sviluppo del nuovo Corona virus in Italia, uno dei Paesi più colpiti dall’epidemia nel mondo.
In un'intervista alla rete televisiva italiana 7 L'esperto ha indicato che il virus potrebbe fermare la sua rapida espansione nei prossimi mesi.
“Ci sarà un vaccino, ma se le cose continuano come sono adesso, probabilmente per allora il virus sarà scomparso”.Lo scienziato ha sottolineato.
Ha anche commentato che “il vaccino sarà utile la prossima volta o contro altri virus”, perché non sarà “del tutto necessario per affrontare l'attuale epidemia”.
In precedenza, circa 80 persone hanno raggiunto i servizi di emergenza. Adesso ne sono arrivati 10 e di loro 8 potranno essere rimandati a casa
Secondo lui, nelle ultime settimane sono cambiate le condizioni in cui si sviluppa il nuovo coronavirus, così come le persone che ne vengono infettate.
“I pazienti sono molto diversi ora rispetto a tre o quattro settimane fa, e le terapie intensive e i ricoveri continuano a diminuire negli ospedali“Ha detto Ramsey.
Ha spiegato anche che la situazione è cambiata in tutte le principali città d'Italia, dove “prima arrivavano ai servizi di emergenza circa 80 persone, tutte con gravi difficoltà respiratorie. Ora ne arrivano 10 e di loro 8 possono essere ricoverate nei centri di emergenza”. “Case.”
Ramzi ha però sottolineato di non voler anticipare quanto sta accadendo e ha aggiunto: “Siamo molto attenti, perché potrebbe esserci una seconda ondata dell’epidemia”..
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Secondo la Johns Hopkins University, che attualmente possiede uno dei database più potenti al mondo sul virus, In Italia sono oltre 212.000 i casi confermati e oltre 30.900 i decessi.
Sebbene in alcuni paesi la curva epidemica sia già diminuita, in luoghi ad es Corea del Sud, dove le autorità hanno deciso di tracciare 5mila persone dopo aver individuato nuovi contagiSi sono verificati altri focolai. Ciò ha indotto i governi di tutto il mondo a considerare di agire con cautela di fronte a un virus la cui comparsa continua a suscitare stupore.
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