La Camera di Commercio ha confermato una misura cautelare che impedisce all’azienda farmaceutica prepagata di aumentare la quota mensile del socio a causa della sua età avanzata. Il tribunale, con le firme del fotografo Pablo Heredia, Gerardo Vasallo e Juan Gaributo, ha respinto la causa di Swiss Medical SA, che ha impugnato l’azione ordinata dal tribunale di primo grado a favore di un’anziana controllata.
La norma intesa costituisce i due principi fondamentali della misura cautelare, il rischio di ritardo e la credibilità della legge. Ciò significa che è possibile che la persona che presenta la richiesta abbia ragione e che se la decisione viene ritardata potrebbe causare un onere irreparabile, ad esempio la morte per mancanza di cure mediche adeguate.
La corte ha ritenuto che “l’aumento (quota) dovuto all’età applicato dall’azienda farmaceutica prepagata include chiaramente il diritto costituzionale alla salute”.
Il Pubblico Ministero ha confermato l’ingiunzione in quel caso davanti alla Camera Gabriela Boquen. La decisione chiarisce che l’aumento – applicato in questo caso a un familiare di età superiore ai 60 anni – “potrebbe essere abusivo”, anche quando è stato “fornito contrattualmente”.
Swiss Medical ha chiesto il diritto contrattuale di aumentare la tariffa perché “gli aumenti erano previsti nel contratto e tra le sue clausole si prevedeva che la categoria della tariffa cambiasse quando uno qualsiasi dei membri del gruppo familiare avesse raggiunto una certa età”. Ma l’attore Boquen ha confutato sulla base del diritto alla salute: “Si attribuisce più importanza alla prevenzione del danno che alla successiva riparazione”.
Si precisa che la sentenza non è definitiva, seppur stabilisca che l’azienda farmaceutica prepagata non potrà riscuotere la prevista maggiorazione, almeno fino a quando non sarà determinata la sostanza della questione, cioè se legale o abusiva. (DIB)
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