Roma, 5 maggio (EFE). Nel sito paleolitico della Grotta Guattari nel comune di San Felice Cercio, in provincia di Latina, al centro del paese, sono stati rinvenuti i resti di nove esseri umani dell’epoca di Neanderthal e alcuni animali dell’epoca. Italia, lo riferisce oggi il Ministero della Cultura italiano
A più di ottant’anni dalla scoperta di questo sito – nel 1939 – l’Autorità di Vigilanza Archeologica di Frosinone e Latina, in collaborazione con l’Università di Tor Vergata, fece quella che il Ministro della Cultura italiano disse “una scoperta eccezionale” e di cui “parlerà” “.
Le indagini, ancora in corso, sono iniziate nell’autunno del 2020 nell’ambito di un’operazione di sicurezza della Grotta Guattari, che ha preso il nome dal suo scopritore, proprietario del terreno su cui si trova il sito, e nel febbraio 1939 d.C. È stato trovato il primo teschio.
Già in quel periodo, grazie agli studi del paleontologo Alberto Carlo Planck, si comprese subito la grande importanza di questo sito, in quanto classificato come uno dei più importanti del Paleolitico medio europeo.
E ‘”un ambiente assolutamente unico”, spiega Mario Rulfo, professore di archeologia preistorica all’Università di Tor Vergata, perché una frana, forse a causa di un terremoto, ha chiuso l’ingresso circa 60.000 anni fa.
Al suo interno, suddiviso nel tempo, si trova uno “straordinario database di elementi fossili e resti di piante, esseri umani e persino animali la cui presenza era sconosciuta in queste regioni”, che i Neanderthal visitarono in un arco di tempo che va da 300.000 ad almeno 50.000 anni fa .
La nuova ricerca si è estesa specificatamente a un’area della grotta non interessata nemmeno dal lavoro di Blanc.
Numerosi resti umani sono stati trovati in quella zona, tra cui la calotta cranica, parte dell’occipitale, frammenti del cranio (comprese due metà frontali), frammenti della mascella inferiore, due denti, tre ossa parziali e altri frammenti nel processo. Identificazione.
Dei nuovi individui che gli archeologi hanno ricostruito, e 9 di loro si sono aggiunti ai due già ricostruiti nel 1939, c’è solo una donna ed entrambi risalgono a epoche diverse. In particolare, 8 sono esseri umani vissuti tra 50.000 e 68.000 anni fa, mentre i più anziani avevano tra 100.000 e 90.000 anni.
Sono stati ritrovati anche molti resti animali, come le iene che furono le ultime ad utilizzare la grotta come due lagune dove trascinavano le carcasse delle loro prede; Uruch, un grande bestiame estinto; Rinoceronte, cervo gigante (Megaloceros), orso delle caverne, elefante e cavallo selvaggio.
Inoltre, la scoperta di carbone e ossa di animali bruciati, spiegano i ricercatori, convalida l’ipotesi che ci sia una “casa ordinata” nella grotta.
“La scoperta getterà una luce importante sulla storia dei Neanderthal in Italia”, ha detto Mario Rubini, direttore del Servizio di Antropologia delle province di Frosinone e Latina.
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