Roma, 11 mar. (EFE).- La ONG tedesca Sea I farà causa alle autorità italiane per il blocco di 60 giorni della sua nave “Sea I 4” nel porto italiano di Reggio Calabria (sud). Nelle ultime ore sono sbarcati nel Mediterraneo centrale 144 migranti soccorsi da una nave umanitaria.
“Avremo un'azione legale contro questo arresto davanti al tribunale competente”, hanno detto a EFE fonti della ONG, assicurando che il motivo dell'autorizzazione (che la nave ha interferito con l'operazione della Guardia costiera libica) non era vero.
“Abbiamo presumibilmente interrotto l'operazione di salvataggio della cosiddetta Guardia costiera libica. Ma è andata diversamente. Quando la presunta Guardia costiera libica si è avvicinata ad alta velocità, avevamo già iniziato a evacuare il gommone”, hanno spiegato le fonti.
Ha aggiunto: “I libici si sono comportati in modo imprudente e hanno puntato le armi contro l’equipaggio della nostra scialuppa di salvataggio. A quanto pare, la cosiddetta Guardia Costiera libica ha mentito nella sua dichiarazione. Possiamo dimostrare che le nostre informazioni sono corrette.
Nelle ultime ore sono sbarcati a Reggio Calabria 144 migranti, tra cui 20 minori non accompagnati, due bambini e diversi gruppi familiari, a bordo della “Mare I4”, soccorsi da due distinte operazioni.
Il primo gruppo di 84 persone proveniva da Gambia, Costa d'Avorio, Somalia, Camerun, Etiopia, Guinea, Mali, Senegal e Ghana, mentre il secondo gruppo di 60 persone proveniva da Siria, Egitto, Bangladesh, Pakistan, Sudan e Burkina Faso.
La nave umanitaria “Sea Watch 5” è rimasta paralizzata per 20 giorni nel porto italiano di Pozzuolo (Sud), dopo la decisione delle autorità italiane di ignorare 51 migranti e il corpo di un adolescente morto. Sue istruzioni per coordinare la Libia per l'evacuazione medica.
“È una decisione amministrativa vergognosa. Ma reagiremo. Stiamo lavorando per contestare questa mossa in tribunale: niente più restrizioni alla circolazione delle persone, niente più restrizioni alle operazioni di ricerca e salvataggio dei civili”, ha scritto sui social network la ONG tedesca Sea Watch.
Il 17 febbraio, la Corte Suprema italiana ha istituito un sistema giudiziario che ha ritenuto la Libia “non un porto sicuro”, una sentenza che avrebbe portato alla luce prove provenienti dalle ONG di salvataggio e avrebbe messo in discussione la politica di immigrazione del Primo Ministro italiano Giorgia Meloni.
La Corte Suprema ha confermato la condanna del capitano della nave che nel 2018 ha salvato 101 persone nel Mediterraneo e le ha consegnate a una motovedetta libica. e abbandonare le persone fornite nell'indice di navigazione.
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