Una delle menti più brillanti dell’umanità, questa domenica a Pamplona

Una delle menti più brillanti dell’umanità, questa domenica a Pamplona

Peter Sloterdijk È una delle menti più brillanti dell’umanità, secondo il quotidiano Bild Zeitung, la mente che “tiene a mente il futuro” e questa domenica alle 12 a Balwart parteciperà a Dialogo “Prove dell’età” insieme a Isidoro Regira.
Il dialogo fa parte degli incontri di Pamplona 72-22. I filosofi non sono né semplici spettatori né profeti, ma in realtà sono chiari interpreti dei segni dei tempi, secondo Sloterdijk.

Il filosofo intervisterà il suo capo traduttore nonché il filosofo Isodoro Regera, che propone una nuova definizione dell’essere, una rivoluzione nella coscienza, e la formulazione di un nuovo essere umano, insomma. La base di tutto questo sta in quello che lui chiama Sloterdijk “immunità comune” (contro il comunismo): una strategia comune per sopravvivere senza di più.

In questo incontro parleremo di una religione intesa come moralità universale e formazione spirituale (e non come teologia). “È una politica che non crea posti di lavoro a bordo del Titanic, ma si occupa di un po’ di scienza dell’iceberg”. Per una certa dimensione del mondo, per criticare la mente cinetica con la consapevolezza della fragilità umana sottostante. Un tipo eurotaoista di calma della saggezza fondata sull’ordine naturale dell’essere, piuttosto che sull’eurocentrico delle storie interessate.

Infine, la domanda generale su cosa significhi scegliere tra due alternative: come un nazionalista stabile, che gli dà tutto il senso della vita dalla sua terra, o come cittadino del mondo trans, un singolo dipendente anche se non c’è un posto specifico .

Il filosofo Durante la sua presentazione di sabato in una conferenza stampa, ha parlato dell’Europa oggi “fondata all’ombra della seconda guerra mondiale”. “Tre grandi paesi e tre piccoli paesi sono stati fatti e imposti dall’alto. Francia, Germania e Italia da una parte e Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi dall’altra”.

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“Ha continuato a crescere, ma è sempre stata vista come una struttura dall’alto verso il basso, è sempre stato così. Possiamo essere europei culturali, ma politicamente rimaniamo nazionalisti. L’Europa ha cucine comunitarie, un’Europa ad alta intensità di turismo, se vuoi, un’Europa di consumatori ordinari.” E anche questa situazione non migliorerà a lungo termine, sono necessari buoni politici più che folle irrequiete”, ha spiegato.

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