lunedì, Gennaio 13, 2025

Tutù, classe italiana

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L’apprezzamento che questo ristorante paga a Totó è una dichiarazione di intenti. Quel grande attore e poeta che portò il cognome della madre fino all’età di vent’anni, perché suo padre, il marchese de Cortes, non lo riconosceva.. Il principe del sorriso, ricco di lusso ma anche semplicità e spontaneità, non ha smesso di cercare per tutta la vita l’eleganza della commedia e la tragedia della bellezza.

Quel personaggio napoletano, che trova nella stravaganza e nell’ironia l’essenza vitale con cui conquistano il mondo. Qui tutto ha il filtro dell’eleganza e della semplicità. Eccezionale ma semplice, Italia anni ’50 in bianco e nero. Le sue proposte della cantina, il menu, l’arredamento e persino la musica dal vivo che si adatta di notte all’ambiente è il luogo in cui Pasolini cercherà i suoi panorami migliori.

Qui tutto è improvvisazione contemplativa, quell’atmosfera perfetta che solo registi di teatro professionisti come Jorge Davila sanno creare. L’esperienza che porta e le stelle che ha creato in passato, brilla qui con la sicurezza del sostegno finanziario che sostiene tali meraviglie, il gruppo Maple guidato da Nadal. Dal pregiato vino del “Professore” che accompagna le graffette di Cecina de León, al tiramisù con il sauvignon marchigiano di Maximo, è stata una dimostrazione di abilità e ricerca di divertimento da parte del grande chef Emiliano Celli, che suggerisce di passeggiare per il centro d’Italia cucina che raccoglie le migliori materie prime spagnole in sostituzione di alcuni ingredienti. Questa lista onora anche la morte di Totò, che fu sepolto tre volte. Il primo è a Roma, da dove derivano le meravigliose tapas e il Vitello tonito; Il secondo è a Napoli, dove questo impegno arriva con deliziose ricette di pizza e ravioli ripieni di manzo maturo e burro o coda di bue. Totò III, un mese dopo con la bara vuota, fu sepolto in Santa Maria della Pita, così lo volle lui, Il Gabo, il boss mafioso della sua terra natale, con ricette come la parmigiana di melanzane, in una bella versione di Melfi, e la mozzarella di bufala con datrino abbinata al basilico, una versione estranea del vagabondare tra le tavole dei locali alla moda. Una per una prelibatezze classiche che richiedono un posto in questa meravigliosa cantina che riunisce grandi referenze dalla Spagna, dalla Francia e ovviamente dall’Italia. Ottima pelle di vino.

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