Roma, 24 maggio (.).- Compagnia Telecom Italia (BID:) (DIM) inizierà domani, sabato, a smantellare la sua rete di trasmissione in tutto il Paese, chiudendo le prime 62, con l’obiettivo di accelerare la digitalizzazione delle sue telecomunicazioni entro il 2028.
“Facciamo così un passo importante nella trasformazione della nostra rete di accesso”, ha spiegato venerdì in un comunicato Elisabetta Romano, responsabile delle operazioni di rete di TIM.
TIM, società a partecipazione statale, prevede di chiudere entro il 2028 oltre 6.700 impianti di rame, con infrastrutture ritenute obsolete.
Non verrà però abbandonato del tutto, poiché questa prima chiusura interesserà il 60% degli stabilimenti italiani, che sono 10.500.
“Per eliminare un numero così fisso di impianti è necessario un impegno costante nella realizzazione di reti che utilizzino in tutto o in parte la fibra ottica e nel rinnovamento di piattaforme tecnologiche già obsolete”, ha affermato Romano.
Per questo TIM “sta lavorando per accelerare questo processo e creare le condizioni che consentano la chiusura di un numero significativo di impianti nei prossimi due anni”, si legge nella nota.
I primi 62 impianti sono dislocati in 54 comuni di undici regioni del territorio nazionale: con capoluoghi in Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna (Nord), Lazio, Roma, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Isola di Sicilia . (Sud).
Si sposterà la connessione dei residenti in queste zone da una linea telefonica tradizionale o ADSL a una rete di nuova generazione “già disponibile in tutto o in parte” su fibra ottica.
L’operazione è stata approvata dall’Autorità per le Assicurazioni nelle Comunicazioni (AG.) nel quadro di un più ampio piano di potenziamento dei collegamenti su tutto il territorio nazionale in maniera “progressiva”.
L’Italia dirà addio ai vecchi cavi in rame e alle connessioni come l’ADSL, seguendo altri vicini come la Spagna, dove Telefonica (BME:) ha avviato lo stesso processo nel 2014 e spera di completarlo entro il 2024.
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