Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha risposto il 7 ottobre alle critiche di Elly Schlein, segretaria generale del Partito Democratico, assicurando che il suo Paese non ha inviato armi a Israele dall'inizio della guerra con Hamas. “Dal 7 ottobre abbiamo deciso di non inviare più armi a Israele, quindi su questo aspetto non si discute. La decisione è stata presa, lo abbiamo detto in parlamento”, ha detto Tajani in un'intervista a 'Giorno' e 'Media. Nazione' è stato raccolto sabato scorso anche da 'La Repubblica'. In precedenza, durante una riunione del Pd a Gubbio, Schlein aveva criticato il Partito popolare europeo, guidato da Tajani, per aver “annacquato la risoluzione sul cessate il fuoco in Palestina” e chiesto al governo italiano di “evitare l'esportazione di armi”. I conflitti in Medio Oriente, in particolare in Israele, quindi non vengono utilizzati nei crimini di guerra. In risposta, Tajani ha assicurato a Schlein che le sue parole non erano altro che “pura propaganda” ed è arrivato al punto di dire che era giunto il momento che il governo di Giuseppe Conte (2018-2021) inviasse più armi nella regione. Da parte sua, Giuseppe de Cristofaro, rappresentante della sinistra italiana, ha chiesto a Tajani di andare oltre le sue dichiarazioni e di confermarle sotto forma di una risposta parlamentare per considerare risolta la questione, soprattutto quando “la recrudescenza del conflitto” è ormai una realtà in Medio Oriente. “Vista la situazione internazionale e le decine di migliaia di morti a Gaza, è necessario chiarire se sul campo di battaglia vengono utilizzate armi italiane. Questa è una domanda che ho posto a Tajani, e finora solo io. Ho ricevuto segnalazioni , non risposte”, ha sottolineato.
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