Tunisia, 16 marzo, Circa 42.700 persone sono arrivate sulle coste italiane dalla Tunisia negli ultimi cinque anni, di cui 7.000 minori e 1.200 donne, e altre 53.000 sono state intercettate dalle forze di sicurezza, secondo l’ultimo rapporto annuale sulla migrazione pubblicato dalla ONG tunisina Forum. Diritti economici e sociali (FTDES). Dall’inizio dell’anno, un totale di 870 persone sono emigrate irregolarmente nel Paese europeo e quasi 2.700 sono state arrestate mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo su imbarcazioni pericolose, secondo il portavoce dell’organizzazione, Ramadan Benomar, in una conferenza stampa al Cairo . Capitale. I dati registrati da questa organizzazione locale, che segue da vicino il fenomeno dell’immigrazione nel Paese, riflettono la tendenza al rialzo rispetto agli anni precedenti: 15.600 arrivi nel 2021, 13.000 nel 2020 e 2.700 nel 2019. Il funzionario avverte del record di presenze di minori , il cui numero è quadruplicato negli ultimi cinque anni, in particolare coloro che non sono accompagnati e che sono tra il 70% e l’80% dell’Africa subsahariana. Ha spiegato che la Tunisia è diventata un paese di transito, partenza e collegamento nella regione del Mediterraneo e registra ogni anno l’ingresso di immigrati illegali da ben 80 paesi diversi. Degli oltre 15mila migranti arrivati in Italia nel 2021, a soli 120 chilometri di distanza, più della metà erano di nazionalità straniera. Uno dei principali motivi che hanno contribuito a questo aumento negli ultimi due anni è la disoccupazione cronica che sta trascinando il Paese, che è del 18% e sale al 42% tra i giovani, soprattutto nell’ovest e nel sud del territorio. A ciò si aggiunge la crisi sanitaria che finora ha causato 28.065 morti e ha messo in evidenza la debolezza del sistema sanitario pubblico, nonché la crisi economica che ha “paralizzato” il settore turistico, che è un settore vitale per l’economia nazionale. La percentuale del PIL da cui dipendono 400.000 posti di lavoro; Benomar ha affermato che anche la lotta politica gioca un ruolo cruciale, soprattutto dopo lo scorso 25 luglio, quando il presidente Kais Saied ha decretato uno stato eccezionale che includeva la destituzione del governo, la sospensione del parlamento e quasi l’intera costituzione – e l’assunzione di pieni poteri per “mantenere la pace sociale”. EFE nrm / mj
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