Silvio Berlusconi, uomo d’affari e politico, è morto all’età di 86 anni dopo che gli era stata diagnosticata la leucemia. Presidente del Consiglio dei Ministri per tre mandati, “il cavaliere” è stato una figura importante nella vita del suo Paese dagli anni ’70, quando acquisì la prima televisione locale, fino alla fondazione e allo sviluppo di Forza Italia, la sua destra politica festa.
La fine del monopolio della televisione di Stato in Italia è stata un’opportunità che un giovane Berlusconi ha colto nel 1974. Ha collocato la sua Telemilano tra le più importanti del suo Paese e ha sviluppato iniziative commerciali in tutti i settori della comunicazione, della pubblicità e dello spettacolo. La sua società, Mediaset, ha interessi in Italia, Spagna, Francia e Olanda. È stato titolare del Gruppo Mondadori, attraverso il quale ha diretto il relativo quotidiano La Repubblica, ei settimanali L’Espresso, Epoca e Panorama; Ha un terzo dell’intero mercato della stampa nel suo paese.
In questo quadro, i loro interessi commerciali appaiono fondamentali per l’organizzazione del Mundialito ’80, per via dell’acquisto dei diritti televisivi per trasmettere il torneo in Europa e degli investimenti necessari per avere la trasmissione a colori, una vera novità per il nostro Paese.
La sua carriera politica inizia nel Partito Socialista guidato da Bettino Craxi, Presidente del Consiglio italiano tra il 1983 e il 1987, macchiato di casi di corruzione. Alla fine di quel mandato, ha fondato Forza Italia, un partito politico che gli avrebbe permesso di salire al potere per un anno, nel 1994.
Tornerà nel 2001, cinque anni di presidenza che gli metteranno in mano il controllo della tv pubblica ea cui aggiungerà i propri segnali, il 90% di tutta la produzione televisiva in Italia. Sciogliendo il suo partito, con la Lega Nord e il movimento autonomista, fondò la coalizione El Pueblo de la Libertad, con la quale rinnoverà il mandato. Questo è stato il periodo più lungo al potere per un partito politico nell’intera storia democratica italiana.
Questi anni nelle più alte cariche politiche italiane includevano accuse di legami con la mafia calabrese (N’dranghetta), invio di truppe in Afghanistan e Iraq, sostegno all’intervento militare della Libia di Muammar Gheddafi, tagli di bilancio, privatizzazioni, scandali giudiziari e l’adozione di tutte le le riforme economiche imposte dall’UE che hanno portato l’Italia sull’orlo del collasso economico nel 2011.
L’operazione Ruby, l’indagine sulla tratta di esseri umani a scopo di prostituzione, lo ha escluso dal potere. Per questa operazione è stato condannato a sette anni di reclusione, ai quali si sono aggiunti quattro anni di condanna per frode fiscale da parte della sua società, Mediaset. Infine, graziato da Romano Prodi, ha scontato solo un anno di carcere. È stato rilasciato il 6 luglio 2015. È stato una figura chiave nel sostenere il presidente italiano in carica, Giorgia Meloni, ma il suo partito lo ha candidato alla presidenza italiana alle elezioni di quest’anno.
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