La grave siccità nel Sud Italia sta causando enormi danni sociali ed economici, colpendo in particolare l’agricoltura, settore che nel primo trimestre del 2024 è scomparso nelle regioni meridionali per 4 miliardi di euro e ha perso quasi 33mila posti di lavoro.
Lo rileva un dettagliato rapporto diffuso da Legacoop Agroalimentare (LA), l’Associazione nazionale delle cooperative agricole.
Nel Lazio lo stabilimento dei Bigali, che si abbevera al fiume Ninfa a Cermoneta, fornisce più di 4.000 ettari di superficie coltivata a kiwi – il principale settore agricolo della provincia di Latina – ma l’acqua scarseggia.
Per questo “chiediamo un intervento d’urgenza per salvare la produzione 2024 e pianificare il futuro. C’è bisogno di un tavolo che coordini i diversi poteri degli enti locali”, ha sottolineato Christian Maretti, presidente di Los Angeles.
Per Maretti: “Serve un nuovo approccio politico e culturale per affrontare le cause che oggi definiscono questa situazione cronica di siccità. Ciò di cui abbiamo bisogno è una pianificazione sia delle politiche infrastrutturali che delle politiche climatiche. Non più rinviabili per un Paese che ha bisogno di superare loro.” Sfide.
In Basilicata le perdite sono stimate al 90% della produzione di grano e al 40% di quella di vino. Nel frattempo, in Puglia, la produzione di olive è scesa sotto il 50%, e il settore ortofrutticolo è diminuito di oltre il 40%.
In Sicilia proprietari di aziende agricole e agricoltori sono arrivati al limite e devono confrontarsi con una crisi strutturale che rischia di far crollare un settore che un tempo era trainante per l’intera isola.
Ma oggi si registrano perdite fino al 70% nella produzione di cereali e oltre il 45% nelle colture arboree.
Marietti ritiene quindi che “la crisi dovuta alla siccità ha evidenziato la fragilità e la debolezza delle infrastrutture del Sud e l’assenza di una visione politica ed economica globale.
Per questo c’è bisogno di risorse e di una cabina di regia nazionale coordinata dalla protezione civile in grado di individuare debolezze e criticità infrastrutturali.
“Servono misure eccezionali in grado di alleviare le difficoltà delle aziende agricole e zootecniche che altrimenti sarebbero inadempienti ai pagamenti e, di conseguenza, alla chiusura”.
Ha concluso che “le procedure del decreto agricolo da sole non sono sufficienti”.
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