In un rapporto preparato dal think tank di tale istituzione intitolato: Il complesso della competitività, la crescita dell’Italia nel mezzo delle tensioni globali, Confindustria ha ridotto le stime del Pil per il 2024 di un decimo, allo 0,8 punti percentuali, e di due decimi per il 2025, allo 0,9%. .
Questa analisi, pubblicata sul sito ufficiale della confederazione e presentata martedì alla Camera dei Rappresentanti, indica che nel caso delle finanze pubbliche, il deficit dovrebbe scendere al 3,9% nel 2024 e a 3,1 punti percentuali in Parlamento. L’anno prossimo.
D’altro canto, il debito dovrebbe salire al 136,9% quest’anno e a 138,5 punti percentuali nel 2025, mentre “nei prossimi anni diversi fattori metteranno a rischio il prodotto interno lordo”.
Gli esperti di Confindustria ritengono che la dinamica media del Pil nel 2024 dipenderà principalmente dalle esportazioni nette e, in misura minore, dagli investimenti fissi lordi, mentre l’elemento trainante il prossimo anno saranno i consumi delle famiglie.
«In Italia la crescita ha raggiunto lo 0,4 per cento rispetto al primo semestre 2024, ovvero una percentuale positiva rispetto a un’inflazione di 0,7 punti percentuali, trainata quasi interamente dalla dinamica dei servizi, mentre il valore aggiunto è diminuito negli altri settori», spiega Alessandro. Fontana, direttore di questo centro studi.
Alcuni settori, come la difesa e l’industria della carta, “stanno vivendo momenti di generale positività”, ha considerato Fontana presentando questa analisi, aggiungendo che il tema di grande importanza è quello legato agli investimenti del Programma nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). per rilanciare l’economia.
Per quanto riguarda il Fondo nazionale per la ricostruzione, che fa parte del cosiddetto Fondo europeo per la ripresa, “Abbiamo una grande quantità di risorse da spendere, più di 100 miliardi di dollari, tra quest’anno e l’anno prossimo”, ha osservato l’esperto, prevedendo che la metà di questi importi verranno spesi nel 2017. 2024 secondo le aspettative.
Il documento evidenzia che la ripresa dei salari reali proseguirà nel Paese, sia nel settore pubblico che in quello privato, e precisa che sebbene l’aumento di quest’ultimo abbia già raggiunto il 40 per cento a fronte della perdita di potere d’acquisto, i valori complessivi sono ancora negativi al 9,0%.
«Bisogna mantenere alta l’attrattività del lavoro in Italia, in uno scenario complesso di rapporto tra declino demografico e carenza di personale», ha osservato Fontana, precisando che la domanda potrebbe raggiungere le 850mila unità in quattro anni.
Questa fonte conferma che, nonostante il calo stimato del tasso di crescita economica, questo sarà superiore a quello registrato in media in questo paese europeo nei decenni precedenti la pandemia di Covid-19. auto/ort
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