Rival Sons – Alcatraz (Milano, Italia) – Route 66

Rival Sons – Alcatraz (Milano, Italia) – Route 66

Il detto dice che se la montagna non va da Maometto, Maometto scalerà la montagna. Senza date in Spagna, i Rivals Sons sono sbarcati in Europa per pubblicare l’uscita di quest’anno “Lightbringer” e i loro due ultimi lavori. “Combattente oscuro.” Per ragioni logistiche e lavorative ho deciso per Milano e la sala Alcatraz.

I primi 45 minuti della serata sono appartenuti a LA Edwards e alla sua band, un rock americano rilassato influenzato da Jackson Browne e che ricorda Ryan Adams dei Cardinals. Alle nove, le luci si spengono e suona l’intro di “Mirrors”, con la band che suona così oliata e coordinata da sembrare naturale.

Jay Buchanan vince i tavoli sul palco ed è a suo agio e rilassato. Ha una voce straordinaria, anche se in alcune canzoni ha sofferto a causa del peso del tour senza interruzioni tra un concerto e l’altro. La maggior parte della scaletta si concentra sull’album “Darkfighter”, dove suonano sei delle otto canzoni contenute.

Scott Holliday è strepitoso, ed è stupefacente la facilità con cui alterna la chitarra acustica a quella elettrica, anche nella stessa canzone. Ha una varietà di chitarre splendidamente accordate e riesce a realizzare tutti i tipi di riff e suoni. Gli italiani impazziscono con la potentissima “Nobody Wants to Die”, che suona veloce e fragorosa.

Con la sola compagnia di una chitarra acustica, Jay dedica un’emozionante “Shooting Stars” ai bambini dilaniati dalla guerra. Con l’avvicinarsi della fine del concerto e prima che venga suonato “Mosaic”, La band apprezza il sostegno e l’amore che ha ricevuto dal pubblico durante il tour europeo, dove hanno appeso cartelli di “tutto esaurito” in diverse città, tra cui Milano.

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La serata si conclude con “Keep On Swinging” e il pubblico lascia la stanza sorridendo da un orecchio all’altro. I Sons of Competition sono i migliori e fortunati a goderseli dal vivo nei teatri.

Testo e foto: Daniel Garcia Femenia

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