Attacca lo sperma Cristina Fernandez de Kirchner È venuto al Festival di Venezia e Ricardo Darin è stato uno di quelli che ha parlato Contro quanto accaduto in Argentina.
Nel contesto della conferenza stampa per la prima del film Argentina, 1985 All’evento, un giornalista ha voluto sapere come hanno vissuto l’evento. La prima persona a parlare è stata Santiago Mitre, il regista del film che ha girato Com’è andato il processo? consigli militari che ha preso d’assalto il potere del paese nel 1976.
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“La verità è che è stato potente e un enorme shock per noi. Eravamo sull’aereo che veniva qui quando è avvenuto l’attacco e sapevamo quando siamo atterrati. È una verità orribile, non pensavamo potesse accadere”, ha detto il direttore.
Ha aggiunto subito dopo: “Se c’è una cosa che pensavamo avesse risolto per sempre il processo dell’85, è stata la violenza come possibilità per risolvere controversie politiche. Respingiamo con veemenza quanto accaduto”. Crediamo che la supplica per l’eternità del giudizio fosse per l’eternitàLa violenza continua. Il film ha una vivacità che non pensavamo avrebbe avuto”.
Quello che ha detto Ricardo Darin sulle violenze in Argentina
per questa parte, Ricardo Darin Ha sottolineato che il processo ai consigli militari è stato uno dei processi più importanti del Paese, oltre ad essere un modello per il mondo: “Il film guarda alle nuove generazioni, a cui dovrebbe essere molto chiaro, e attraverso esempi non discorsi, L’importanza di restituire dignitàNon deporre le armi con giustizia e con verità”.
Durante la conferenza, il rappresentante ha fatto riferimento anche alla sofferenza lasciata dalla dittatura militare e ha lanciato il messaggio che tutti sono collegati all’attacco a Christina Kirchner: “Come si reprime la rabbia, non sono addestrato a rispondere in generale, ognuno fa quello che fare” può in relazione alla rabbia, ma da Ciò che è importante è rivedere la nostra violenza, la violenza interna, perché possiamo inavvertitamente contribuire a questa violenza generalizzata senza nemmeno rendercene conto. Se uno ha sensibilità, il primo dovere è mettersi nei panni dell’altro, anche se riceviamo un attacco. Perché è difficile fermare la palla di neve. L’odio è l’unica cosa che non può descrivere“.
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