Rabbia – il finanziere

Rabbia – il finanziere

E’ stato il rifiuto ampio e forte da parte di vari attori e settori del procedimento penale promosso dalla Procura – sostenuto dalla retorica presidenziale – contro 31 persone associate al Forum scientifico, tecnologico e consultivo dell’AC. E per aggiungere che a questo rifiuto condivido con convinzione. Se ci sono motivi per indagare e, eventualmente, per punire qualcuno, lascia perdere. Ma la forma, i reati e la strategia definita dall’accusa – come hanno affermato in questi giorni molte voci autorizzate – sono semplicemente sproporzionati.

Da un punto di vista legale, il meglio che ho letto su questo argomento è la rubrica di José Ramon Cosio in Nazione Degno “Diritto penale nemico?La tesi centrale è triste e impeccabile: lo Stato messicano usa gli strumenti tirannici e spietati dell’imprinting per perseguitare gli scienziati in questo caso. Sembra potente ma è vero. È meglio dirlo con indignazione e chiarezza.

In questo contesto sta circolando il video di Azteca TV Il famoso conduttore del telegiornale critica le più grandi e importanti università pubbliche del Paese. Lo fa con cattiveria e mente. È vero che la pandemia – che non è un’invenzione o una scusa ma un fatto reale e drammatico – ha costretto le università a chiudere le classi e per diversi mesi le lezioni non hanno potuto stare a tu per tu. Ma è sbagliato che le persone smettano di insegnare e frequentino le loro cattedre. La Metropolitan Independent University ha risposto con forza alla calunnia. La sua risposta vale anche per quanto accaduto all’Università Nazionale Autonoma del Messico e al Politecnico Nazionale: “La comunità di questa università è rimasta affiatata e funzionale, con i giovani nelle aule virtuali e un UAM aperto, anche con le strutture Chiuso.”

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La stessa UAM ci ricorda gli sforzi che questa azienda ha fatto per mostrare coloro che si dedicano alla ricerca e alla formazione universitaria. Per questo è tanto pertinente e necessario il paragrafo con cui si conclude il comunicato, che, giustamente, costituisce al tempo stesso un monito per il telegiornale: “Il lavoro accademico svolto nelle università pubbliche è stato e resta un esempio di forza e razionalità sociale L’argomento sulla necessità di supportarlo con informazioni veritiere, al contrario, non contribuisce allo sviluppo dell’istruzione superiore o del Paese”. Solo irritato.

In mezzo a tutta questa ansia, la polemica si rinvigorisce sui social network perché la figlia del primo ministro di Città del Messico ha ricevuto una borsa di studio da Consett per condurre studi di dottorato in filosofia negli Stati Uniti. Non conosco l’accademia ma posso immaginare la sua storia.

Molti di noi, in tanti decenni, hanno presentato la nostra candidatura per un sostegno finanziario a Conacyt – così come ad altre istituzioni nazionali e internazionali – per intraprendere studi post-laurea all’estero. Nel mio caso, sono stato anche sostenuto per studiare filosofia – con orientamento politico – all’Università di Torino, Italia. Al mio ritorno, sono stato assegnato all’Istituto UNAM per la Ricerca Giuridica – che ora dirigo – grazie al programma di rimpatrio gestito dalla stessa Conacyt. Quindi lo ringrazio due volte e lo ammetto.

Il processo di selezione che abbiamo seguito per la borsa di studio ha incluso un attento esame del nostro background accademico e dell’idoneità per il programma prescelto. Come accade in accademia, sono stati i meriti e le finalità a determinare il nostro destino. Da quando sono stato lì e ho fatto parte dei comitati di valutazione tra pari, suppongo che il Dr. Imaz Sheinbaum abbia i meriti necessari e sufficienti per ottenere una borsa di studio. Trovo quindi oltraggiose le critiche nei suoi confronti e discutibile la sua capacità di essere a sua volta figlia del governatore della capitale.

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Questo Paese ha bisogno di più persone, istituzioni, spazi e forum per il pensiero, l’istruzione e la ricerca. La polizia, i media oi social media attaccano coloro che si dedicano alla scienza, alla tecnologia, alla cultura o alle discipline umanistiche, impoverendoci come società e come nazione.

Ciò a cui stiamo assistendo provoca “rabbia, rabbia o indignazione” contro la persona che lo fa. Non vale la pena.

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