Il mercato non è stato sorpreso dal risultato elettorale in Italia. L’ampia vittoria della coalizione di centrodestra e l’imminente nomina della leader neofascista Giorgia Meloni a presidente del Consiglio sono state confermate dai sondaggi d’opinione. Questo era lo scenario con cui si stavano confrontando gli investitori, che hanno stabilito che Meloni avrebbe aperto uno stallo immediato con Bruxelles sulla disciplina fiscale, ma che avrebbero seguito con molta attenzione i prossimi passi del nuovo esecutivo. Al momento non c’è voto di fiducia.
Gli analisti oggi concordano sul fatto che l’incertezza non si è dissipata intorno all’Italia e alla sua economia, che sta affrontando grandi sfide e che dipende in modo critico dai 200 miliardi di aiuti del Fondo europeo, denaro il cui esborso richiede l’approvazione della Commissione europea.
Il giorno dopo le elezioni, con l’indiscussa vittoria di Meloni, il premio al rischio italiano è salito moderatamente, di soli 5 punti base, e il titolo si attesta al limite del 4,5%, massimo annuo, in un trend rialzista condiviso da tutti. del debito sovrano. Anche il mercato azionario italiano oggi si distingue dai cali comuni delle borse europee. Il sentimento del mercato è di moderazione e cautela. “Dopo tutto, il risultato è probabilmente più favorevole al mercato di quanto inizialmente previsto, sebbene il movimento delle azioni sia più comodo di un voto di fiducia”, ha detto a Reuters Stuart Cole, capo economista di Equity Capital. Anche il vicepresidente della Banca centrale europea, Luis de Guindos, ha indicato questa mattina che il nuovo governo italiano “percorrerà la stessa strada” che ha fatto finora, riferendosi a quella segnata dall’ex presidente del Consiglio Mario Draghi, secondo ” annunci dei giorni scorsi».
Ma gli investitori seguiranno da vicino i prossimi passi per il nuovo CEO, che dovrà gestire un’economia con un rapporto debito/PIL del 150%. Secondo Goldman Sachs, “l’incertezza politica sarà al centro e continuerà fino alla presentazione del nuovo bilancio del governo e all’obiettivo di disavanzo per il 2023. L’attenzione sarà particolarmente intensa da metà ottobre in poi”. Hazem prevede la formazione del nuovo governo il prossimo mese.
I partiti nella coalizione vincente hanno notevolmente ammorbidito le loro posizioni scettiche sull’UE, riconoscendo la necessità dell’Italia di soldi europei. Tuttavia, secondo Pietro Pavico, economista per l’Europa presso abrdn direttore, l’attuale tregua che il mercato sembra adottare dipenderà dal fatto che Meloni si atterrà al suo piano di allentare la disciplina fiscale e rivedere parzialmente il programma di riforme già concordato dal governo. di Draghi. Il tuo primo test sarà il budget finanziario, che in autunno dovrà essere approvato in tempi ristretti. Pertanto, la tensione tra il nuovo governo e le istituzioni dell’UE presenta un rischio che potrebbe minacciare l’esborso dei fondi dell’UE, aggiungere rischi al ribasso alle prospettive dell’Italia e limitare la capacità della BCE di contenere gli spread del debito sovrano”.
Citi non prevede un confronto immediato con Bruxelles sulla disciplina fiscale, ma vede i rischi a medio termine che l’agenda politica del nuovo esecutivo si scontra con Bruxelles e si aspetta che il governo Meloni duri più a lungo del suo più recente vista la sua clamorosa vittoria. E il suo controllo in tondo. La prima grande decisione che prenderà Meloni sarà quella di scegliere il ministro delle finanze. Un profilo pro-europeo e prudente sulla disciplina fiscale è l’opzione più probabile al momento”, afferma la banca statunitense.
Anche Annalisa Piazza, analista obbligazionario di MFS Investment Management, non si aspetta uno scontro imminente tra Meloni e Bruxelles, ma vede rischi per la stabilità finanziaria nel medio termine. Indica inoltre la sfida dell’attuazione del piano di ripresa e resilienza, il cui ritardo potrebbe aumentare la pressione sul debito sovrano. Non esclude, infatti, una maggiore volatilità delle obbligazioni italiane, che potrebbe fare peggio di quelle spagnole o greche. “Per noi la capacità di rispettare il piano di ripresa e la flessibilità concordata con la Commissione Europea sono l’elemento chiave”, ha concluso Julius Baer. Insomma, se si assumerà o meno l’eredità di Draghi.
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