Mentre nuotava ad Arzacena, sulla costa nord-orientale di Sardinha, isola italiana nel Mar Mediterraneo, un ricercatore ha ritrovato un tesoro risalente alla prima metà del IV secolo d.C.: tra le 30.000 e le 50.000 monete, pezzi dell’Impero Romano , statue Bronzo con un sottile strato esterno di paratha.
secondo Un comunicato diffuso questo sabato (4) dal Ministero della Cultura italianoSi tratta di molto di più di quanto scoperto quando manufatti simili furono rinvenuti nel Regno Unito nel 2013: una scatola usata, 22,8mila monete contraffatte a Seaton, sulla costa meridionale dell’Inghilterra.
Nuotando lungo la costa dell’isola Sardinha, nella città sono stati scoperti oggetti metallici che risalgono addirittura a 1,6 mila anni fa e in uno stato di conservazione “eccezionale”.
L’ashado è stato scoperto a Sardinha da un comproprietario della città che notò, durante il Mergulho, resti minerali a una piccola profondità, non lontano dalla costa. Il giorno successivo, il Nucleo Archeologico Subacqueo della Soprintendenza per i Monumenti, le Belle Arti e il Paesaggio di Sassari e Nuoro (ABAP), insieme alla Polizia Nazionale per la Tutela del Patrimonio Culturale di Sardinha e al Núcleo de Carabinieri Subaquáticos da Sardinha, ha condotto un’indagine preliminare nella zona e ha coinvolto la Marina insieme a membri di altre autorità locali.
L’incursione dei ricercatori nell’area ha rivelato la presenza di due grandi zone di pesci sparse in un’ampia fascia dell’area che si estende tra la spiaggia e la posidonia, che è il nome della vegetazione marina tipica del Mar Mediterraneo. Potrebbe darsi, ad esempio, che sotto ci fosse una nave naufragata.
Secondo il Ministero italiano tutte le monete sono in uno stato di conservazione eccezionale e raro. Solo quattro parti sono danneggiate e ti dà ancora fastidio. I dati delle monete sono stimati dal 324 (cunhagem di Licínio) al 340 d.C., e sono confermati dall’esistenza delle monete di Costantino, detto il Grande, e di tutte le altre monete della famiglia imperiale, compresi gli Zar.
Questi dati confermano anche l’assenza di corni di monete creati a partire dal 346 d.C. “La collezione di fossili recuperata dimostra che tutte le monete dell’impero erano attive in quel periodo, ad eccezione di Antioquia, Alessandria e Cartagine”, ha informato il ministero. la cultura.
“Il tesoro ritrovato nelle acque di Arzachena rappresenta una delle scoperte monetarie più importanti degli ultimi due anni, evidenziando ancora una volta la ricchezza e l’importanza del patrimonio archeologico rappresentato dalle leggende marittime dei nostri mari, percorsi da genti e mercati fin dall’antichità ”, dice Luigi La Rocca, direttore generale dell’ABAP, che ancora “ci preserva e ci preserva”.
Il restauro e la conservazione delle monete e dei materiali esistenti consentiranno di ampliare e approfondire la conoscenza del contesto dei manufatti, che può ancora rivelare nuove scoperte.
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