Si è aperta a Palermo la seconda sessione del Forum sulle Risorse Marine, organizzato dal Gruppo Tiha in collaborazione con il Ministero della Protezione Civile e della Politica Marittima. L’evento si propone di esplorare il contributo del mare e delle attività connesse allo sviluppo economico italiano. Secondo il 12° Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare diffuso dal Centro Studi delle Camere di Commercio di Guglielmo Tagliacarne – Union Camere – Utente Mare, nel 2022 il settore ha realizzato un valore aggiunto diretto di 65 miliardi di euro, che sale a 180 miliardi considerando tenere conto dell’effetto moltiplicatore. E ha aggiunto: “L’Italia rischia il suo futuro sotto il mare e nello spazio”. A MusumeciIl ministro della Protezione civile e delle Politiche marittime ha aggiunto, nel suo discorso introduttivo, che “il disegno di legge sulle attività subacquee arriverà nei prossimi giorni al Consiglio dei ministri”. Il 32% dei 180 miliardi di dollari dell’economia blu è prodotto nelle regioni del Sud Italia, Sicilia in testa. Tra i principali settori e sfide, al centro c’è l’industria marittima italiana, seconda in Europa per numero di navi e prima al mondo nel settore dei traghetti, settore che nel 2023 genererà più di 111.000 opportunità di lavoro .
Tuttavia, ci sono sfide legate alla transizione energetica e alla carenza di competenze che il settore deve affrontare. a questo punto, Anna Maria Bernini“Dalla ricerca nascono nuove professionalità legate al mare; oggi abbiamo il difficile compito di formare gli studenti in competenze e ambiti lavorativi specifici del mare che ancora non esistono”, ha affermato il Ministro dell’Università e della Ricerca. Il 12° Rapporto nazionale sull’economia del mare sottolinea che il sottosuolo marino gioca un ruolo strategico sia come infrastruttura – per oleodotti e cavi che trasportano il 98 per cento del traffico Internet mondiale – sia come risorsa naturale, perché contiene minerali. Giacimenti essenziali per lo sviluppo industriale e la transizione energetica. Inoltre, la dimensione subacquea è di cruciale importanza nei settori della difesa e della sicurezza. I partecipanti hanno sottolineato che non è un caso che alla fine del 2023 e prima dell’Europa, l’Italia abbia istituito il Centro Nazionale Diving (PNS), un centro dotato delle risorse necessarie per sviluppare i mezzi e le capacità necessarie per valorizzare questa dimensione.
A nome del Ministro dell’Economia e dell’Industria italiano, Adolfo OrsoLe imprese marittime italiane dimostrano “come la capacità di innovare e adattarsi alle nuove normative ambientali possa diventare un vantaggio competitivo, soprattutto nel contesto della transizione verde”. È un punto sottolineato da Giovanni Acampora, presidente dell’azienda italiana Asonutica: “Voglio lanciare una grande sfida, l’economia marittima 5.0”, perché il mare è un settore che “ha la forza di rappresentarsi in un contesto unico e competitivo”. modo.” Con un sistema impresa capace di “guardare alle prospettive future con un orizzonte temporale più ampio”. Tuttavia, il capo di Asonutica italiana ha avvertito che “gli obiettivi del Green Deal sono molto ambiziosi e il rischio maggiore è la perdita di intere catene di approvvigionamento se non viene creata una via praticabile”. Altro tema trattato è stato il mare e il suo rapporto con il turismo. Daniela SantanchIl ministro del Turismo ha sottolineato che “la grande opportunità di sviluppo della portualità turistica non può essere sprecata” per evitare che altri Paesi facciano “acquisizioni interessanti dal punto di vista degli investimenti”. Luca Sisto, amministratore delegato di Confitrma, ha evidenziato le carenze logistiche, altro grande ostacolo allo sviluppo della blue economy: “Il deficit logistico nazionale ci costa 70 miliardi di euro”, ha spiegato, “il costo delle spedizioni doganali”. Sdoganamento da parte degli importatori italiani dai porti del Nord Europa come Rotterdam, Amburgo e Anversa.
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