Nasce in Italia il primo gruppo di lavoro cinofilo “Anti-Xylella”

Nasce in Italia il primo gruppo di lavoro cinofilo “Anti-Xylella”

Come ricorda Unaprol, il Zylella devastando gli ulivi pugliesi, avanzando “pericolosamente” e minacciando anche altre regioni d’Italia, così che “la velocità nell’allegare i germogli diventi un elemento strategico ed essenziale per eliminare immediatamente nuovi focolai di malattia diffusi in Italia”.

L’equipe cinofila speciale è stata introdotta per la prima volta a livello nazionale il 7 dicembre presso l’azienda agricola San Martino di Fasano (Brindisi), dove è stato possibile monitorare i cani addestrati al riconoscimento di questa malattia. Questa nuova “squadra speciale” è composta da due Jack Russell, un Malinois belga, un Bloodhound, un Labrador Retriever e uno Springer Spaniel.

Le attività formative, iniziate a giugno 2021 con unità cinofile già sperimentate nel settore della rilevazione, confermano le enormi potenzialità dei recettori olfattivi canini, da tempo utilizzati con successo nell’identificazione di farmaci, esplosivi e organismi patogeni. La prima fase di addestramento è stata svolta nel Salento, per testare la capacità di riconoscimento delle unità cinofile Zylella Secondo Coldiretti, sia nei piatti di impianto artificiale che negli ulivi infetti.

Protocolli di addestramento selettivo hanno dimostrato che questi cani sono in grado di riconoscere l’agente patogeno da un “odore specifico” rispetto agli odori emessi dai campioni utilizzati.

Secondo Coldiretti, una volta completato il corso, i cani possono identificare le piante infette da Zylella – ancor prima che compaiano sintomi riconoscibili – possono essere di grande utilità nei controlli all’interno dei vivai e nei punti di ingresso per le importazioni di piante dall’estero (porti, aeroporti, valichi di frontiera), nonché supportare valide campagne di controllo territoriale.

Unaprol l’ha individuata come la prima iniziativa pilota volta a sviluppare nuove misure per prevenire la diffusione di malattie e insetti esotici che, a causa dei cambiamenti climatici e della globalizzazione degli scambi, “valicano sempre più le frontiere per raggiungere l’Italia dove causano danni all’ambiente , biodiversità e patrimonio agroalimentare nazionale danneggiando l’occupazione e l’economia”.

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