L’Italia non ha cambiato i piani per inviare armi in Ucraina. Il governo di Giorgia Meloni ha approvato questo giovedì la proroga fino alla fine del 2023 dell’autorizzazione a inviare “materiali, forniture e attrezzature militari a funzionari del governo ucraino”, che ora deve essere approvata dal parlamento nei prossimi due mesi.
Lo aveva già annunciato Meloni in campagna elettorale, ma vista l’ambivalenza dei suoi partner di Forza Italia e Liga nella coalizione di governo con la Russia, è di fondamentale importanza. Ciò riflette il fatto che Roma, con un governo guidato dai fratelli dall’Italia, sosterrà il percorso dell’UE e della NATO contro Mosca, il percorso delineato da Mario Draghi nella guerra in Ucraina.
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Nel suo primo discorso in parlamento, il premier di estrema destra ha confermato che l’Italia è “parte dell’Unione europea del mondo occidentale”. “Cedere alla minaccia di Putin sull’energia non risolverà il problema, lo peggiorerà solo, aprendo la strada a nuove rivendicazioni e alla minaccia di futuri aumenti dei prezzi dell’energia oltre a quanto visto negli ultimi mesi”, ha assicurato. Applausi dei rappresentanti alla Camera dei Rappresentanti.
Draghi era anche un forte sostenitore della causa ucraina, ma le esportazioni di armi erano una questione critica nel suo regime. Infatti, dopo aver diviso il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte (M5E), ha scaricato l’ex presidente della Banca centrale europea, portando a elezioni anticipate vinte da Meloni.
L’associazione di Salvini e Berlusconi con Putin ha causato polemiche in Italia
All’epoca anche Matteo Salvini, ora vicepremier della Meloni, si oppose personalmente all’invio di nuove armi a Kiev. Lui e Conte hanno seguito sondaggi che mostravano un’ampia maggioranza dell’opinione pubblica contraria all’armamento degli ucraini. I pacifisti, o cosiddetti pari, che vedono un’invasione come inverosimile hanno alimentato un impulso antiamericano che non si è mai spento del tutto in un paese che ha sempre avuto forti legami con la Russia. L’ultimo sondaggio di questo mese è molto chiaro: la maggioranza degli italiani, oltre il 53%, non è d’accordo con l’invio di più armi.
I forti legami con la Russia sia di Salvini che del presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi hanno scatenato feroci polemiche nel Paese. In particolare, le rivelazioni di Berlusconi poco dopo il voto della destra hanno assicurato ai suoi sostenitori di aver ripreso l’amicizia con il presidente russo Vladimir Putin e di essere stato “spinto a sostituire il governo Zelenskyi con persone per bene”.
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