Obiettivo del team guidato da un ricercatore DATAI, Ruben Armananzas Arnedillo, Consiste nella progettazione di un algoritmo per prevedere quali pazienti, diagnosticati con tumori a prognosi peggiore, Her2+ e Triple Negative, risponderanno positivamente alla nuova terapia adiuvante.
Come spiegato dall’Università di Navarra (ONU) in una nota, la terapia neoadiuvante (NAT) è il trattamento iniziale standard per il cancro al seno. Nonostante una presentazione clinica simile, la risposta al trattamento varia notevolmente in ciascun paziente a causa dell’influenza del tipo molecolare di tumore e dei numerosi fattori individuali, inclusi i germi, che svolgono un ruolo fondamentale nella risposta immunitaria.
Il progetto ERA PerMed PORTRAIT eseguirà la stadiazione dei pazienti all’esordio della malattia, che, insieme alla valutazione di altri criteri comuni (età, dimensione e posizione del tumore, sottotipo molecolare, storia familiare, stato di salute, ecc.) aiuterà a comprendere meglio la risposta ai trattamenti e progettare nuovi piani di trattamento personalizzati, migliorando l’assistenza ai pazienti e la qualità della vita.
Inoltre, si intende testare approcci soggettivi utilizzando modelli 3D per analizzare l’interazione tra diversi fattori e identificare il pannello individuale di caratteristiche che influenzano l’esito terapeutico.
Nei prossimi tre anni, il team DATAI analizzerà campioni clinici e dati di 200 pazienti prima e dopo aver ricevuto la nuova terapia adiuvante e identificherà le caratteristiche di quei pazienti che hanno avuto risposte simili al trattamento.
“Ci sono pazienti con carcinoma mammario che hanno una prognosi peggiore e il cui nuovo trattamento adiuvante non funziona; ormai è passato il tempo in cui il tumore è cresciuto o è diventato irreversibile. In questi casi il tempo è denaro. Con questo progetto stiamo cercando di scoprire quali pazienti le terapie applicate daranno i loro risultati e quali caratteristiche cliniche presentano”, spiega Armananzas.
Anche DATAI è coinvolta in Progettazione di strumenti non chirurgici Un cerotto – posto sulla pelle del paziente, in grado di registrare i composti volatili (sostanze chimiche) che vengono rilasciati dalla pelle e aiutare a determinare se il paziente risponderà o meno al trattamento.
Rubén Armananzas aggiunge: “Tutti i dati dei pazienti saranno combinati attraverso algoritmi di biologia computazionale per identificare i predittori e sviluppare uno strumento non invasivo basato sul tumore metastatico”.
caratteristiche della foto un budget di 1,3 milioni di euro, Di questi, l’università riceverà 311.000 euro, finanziati dal governo della Navarra.
L’Università di Navarra partecipa a questo progetto con altri sei partner: IRCCS Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori (IRST) “Dino Amadori” (Italia), che è il coordinatore del progetto; Delegazione dell’Inserm Régionale Nord Ouest (Francia); IRCCS Centro di Referimento Oncologico di Aviano (CRO) (Italia); Fondazione per la ricerca sulla biosalute dell’Andalusia occidentale (FIBAO) (Spagna); Università di Heidelberg/Facoltà di Giurisprudenza/Centro BioQuant (Germania); e Hadassah Medical Organization (Israele).
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