Il regolatore italiano della concorrenza ha annunciato martedì che sta indagando su sette gruppi energetici, tra cui Enel, Eni e la francese Engie, accusati di aver apportato “modifiche unilaterali illegali” ai prezzi dell’elettricità e di alcuni gas.
Questi fornitori di energia, tra cui Hera, A2A, Edison e Asia, rappresentano l’80% del mercato, ha spiegato l’Antitrust in un comunicato.
Più di 2,6 milioni di consumatori sono stati “colpiti da ingiusti aumenti dei prezzi”, ha affermato l’agenzia, sulla base dei dati forniti dalle società.
Come nel resto d’Europa, l’aumento dei prezzi dell’energia è una questione delicata in Italia e il governo guidato da Giorgia Meloni prevede di fornire 21.000 milioni di euro (circa 22.000 milioni di dollari) a sostegno delle famiglie e delle imprese entro il 2023.
La Commissione Concorrenza sostiene che le tariffe dell’energia elettrica e del gas sono state riviste senza tener conto dell’ordinanza del 9 agosto con misure per frenare l’aumento dei prezzi.
“Pertanto, le aziende devono sospendere l’uso di nuove condizioni economiche per mantenere o ripristinare i prezzi praticati prima del 10 agosto”, spiega il rapporto.
“Grande notizia! Le nostre richieste sono state soddisfatte”, ha risposto Marco Vignola, presidente della divisione energia dell’Unione Nazionale Consumatori.
L’Antitrust italiana ha precisato che le indagini relative a sette gruppi si sono aggiunte a quelle già aperte per gli stessi motivi nei confronti delle società energetiche Iren, Dolomiti Energia, E.ON e Iberdrola.
Fresa/KV/MP
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