Roma, 10 febbraio (EFE).- Le autorità italiane stanno indagando su diverse persone con precedenti mafiosi per lo smaltimento illegale di oltre 5.000 tonnellate di rifiuti edili nella regione Calabria (sud).
Gli agenti dei Carabineros (polizia militarizzata) hanno messo oggi agli arresti domiciliari un uomo e hanno annunciato l'incriminazione di quattro persone nell'ambito di un'indagine sullo smaltimento dei rifiuti da parte di un'organizzazione criminale in questa regione del sud.
Dalle prime indagini sarebbe emerso che il clan aveva scaricato illegalmente oltre 5mila tonnellate di rifiuti speciali nel fiume Valanidi, che attraversa la città di Reggio Calabria, secondo una perizia dei Carabinieri.
Le persone coinvolte, di età compresa tra i 35 e i 65 anni, lavoravano in un'impresa di costruzioni, demolizioni e movimento terra e sono state accusate di reati quali contrabbando illecito di rifiuti, degrado ambientale e abuso di suolo pubblico.
Gli investigatori affermano di aver scoperto “un vero e proprio clan criminale sensibile ai crimini ambientali” che scaricava “ripetutamente” grandi quantità di rifiuti speciali come macerie e detriti e colavano dalle macerie.
Il loro trasferimento è stato particolarmente pericoloso perché gli accumuli e i pozzi di trivellazione aumentavano il rischio di inondazioni in aree già classificate ad alto rischio idrologico, dove vivono 83 famiglie. EFE
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