Roma, 17 settembre (EFE). – Il governo italiano sta studiando come ridurre la bolletta elettrica nel mercato all’ingrosso, sta valutando di lavorare sulla flat fee o IVA di sistema, e ancora più assistenza alle famiglie in difficoltà, e guarda con attenzione al “modello spagnolo” , anche se al momento non sta pensando a Ridurre i salari per le aziende energetiche.
Fonti vicine ai colloqui hanno chiarito all’Efe che il governo di Mario Draghi sta lavorando con i suoi ministri, ma in particolare con quelli dell’Economia, Daniel Franco, Trasformazione ambientale, Roberto Cingolani, e dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, su due fronti.
Il primo è a breve termine che risolve il problema fino a dicembre, e l’altro a lungo termine sta attraversando una riforma strutturale.
Il primo scenario di breve termine tiene conto di tre misure, una delle quali non si esclude a vicenda.
Il primo è quello di ridurre le cosiddette tasse di sistema, che includono elementi come i sussidi per le energie rinnovabili, i sussidi al sistema ferroviario (che paga l’elettricità meno costosa) o le famiglie in difficoltà economiche, tra gli altri.
In questo modo tali costi saranno equamente ridotti per tutti gli italiani ancora assoggettati al mercato regolamentato, che secondo l’Autorità per l’Energia, le Reti e l’Ambiente (Arera) del Paese accoglie il 42,7% dei clienti domestici locali.
In secondo luogo si analizza se ridurre l’imposta sul valore aggiunto, che è già del 10% per l’energia elettrica per uso domestico e del 22% per altri usi, e in terzo luogo, l’ampliamento della platea delle famiglie in difficoltà e attualmente beneficiarie di sussidi è considerato. Un’iniezione può raggiungere circa 3000 milioni di euro.
Queste misure a breve termine affronteranno l’impatto degli aumenti tra ottobre e dicembre, che nel mercato all’ingrosso possono raggiungere il 40% su base annua nel caso dell’energia elettrica e il 30% in bolletta del gas, come ha recentemente presentato Singulani, l’obiettivo È quello di presentare loro un decreto approvato dal Consiglio dei ministri, come previsto la prossima settimana, secondo fonti.
La riforma a lungo termine prevede l’estrazione di queste spese fisse dalla bolletta elettrica e il loro trasferimento alle imposte generali, in modo che siano imposte progressive e chi viene pagato di più e paga di più.
Questa procedura richiede tempo per l’analisi e l’idea sarà quella di inserirla nei bilanci pubblici, la cui bozza dovrà essere presentata alla Commissione Europea (CE) entro la metà di ottobre, per poi essere definitivamente approvata dagli italiani. Parlamento prima della fine dell’anno.
Le fonti hanno sottolineato che l’Italia sta guardando al “modello spagnolo”, e che il Movimento 5 Stelle (M5S) ha invitato il governo in Parlamento a seguire questa strada per ridurre gli stipendi alle aziende energetiche, ma Draghi e i suoi ministri no al momento “favorevole ed è” improbabile” che qualcosa venga approvato. Simile al momento.
La riforma energetica spagnola ha avuto conseguenze dirette in Italia sul prezzo di borsa del gruppo energetico Enel, capogruppo della spagnola Endesa, che è sceso di circa il 7% in cinque giorni, da 7,5 euro a quanto scambiato. Ha aperto il 13 settembre alle 6.95 quando ha chiuso venerdì.
Il prezzo medio pagato venerdì per l’energia elettrica nel mercato all’ingrosso italiano è di 167,38 euro per megawattora (MWh) e domani sarà di 156,69 euro MWh, secondo l’Autorità per i mercati dell’energia GME. EFE
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