Giovedì il nuovo governo di estrema destra italiano ha approvato un decreto che estende le forniture di armi all’Ucraina fino al 2023.
L’ordinanza proroga fino al 31 dicembre 2023 l’autorizzazione all’invio di “mezzi militari, materiale e attrezzature alle autorità governative ucraine”, indica il testo.
Da quando è entrata in carica in ottobre, il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha ribadito il suo sostegno a Kiev e all’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO).
Nel suo primo discorso in parlamento, il leader del partito di estrema destra Fratelli d’Italia si è impegnato a “rimanere un partner affidabile della Nato a sostegno dell’Ucraina”.
Il suo predecessore, Mario Draghi, ha fortemente sostenuto l’Ucraina, ma l’accordo sulle armi ha diviso il Movimento 5 Stelle nella coalizione di governo e ha portato alla caduta dell’amministrazione.
Il Parlamento ha 60 giorni per trasformare il decreto in legge.
Meloni si è sforzato di rassicurare i suoi alleati occidentali sul sostegno italiano alle politiche dell’Unione Europea e della NATO. Ma gli stretti legami dei suoi due partner dell’alleanza con Mosca continuano a destare sospetti.
Matteo Salvini e il suo partito La Liga, insieme all’ex premier Silvio Berlusconi e al capo di Forza Italia, hanno da tempo buoni rapporti con il Cremlino.
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