L’Italia chiede “prova di vita” a tutti i pensionati residenti all’estero per evitare di “pagare indebitamente le pensioni” ai cittadini già deceduti, che questo venerdì (12.24.2021) hanno spiegato che possono farlo in videochiamata. Sicurezza sociale del paese.
Ai pensionati italiani che vivono in tutto il continente americano, nei paesi scandinavi, nell’Europa orientale e nei paesi limitrofi, in Asia o in Medio Oriente, verranno concessi quattro mesi per dimostrare di essere vivi e che continueranno ad andare in pensione. L’Istituto nazionale per la sicurezza sociale (INPS) inizierà a richiedere un “certificato di vita” il 7 febbraio, che deve pervenire entro lo stesso giorno di giugno.
“E’ molto importante per l’Inps verificare le condizioni di vita dei pensionati residenti all’estero, poiché la difficoltà di ottenere informazioni complete, aggiornate e tempestive sulla morte dei pensionati indica il rischio di pagamenti pensionistici non necessari”. La dichiarazione letta.
Ai pensionati italiani sono stati concessi quattro mesi per evitare di recarsi immediatamente alle ambasciate per dimostrare di essere vivi, evitando così una folla “pericolosa” nel bel mezzo di un’epidemia di coronavirus.
Allo stesso modo, il Ministero della Previdenza Sociale italiano ha avviato un progetto con il Ministero degli Affari Esteri, che consentirà ai funzionari dell’ambasciata di dimostrare tramite videochiamata che tutti i pensionati sono ancora in vita. (EFE)
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