La crescita dell’economia nel primo trimestre dell’anno è rimasta debole allo 0,2%, un decimo del dato atteso e in rallentamento rispetto al ritmo della ripresa. Il raffreddamento economico è confermato. Dalla crescita di 2,6 nel terzo trimestre dello scorso anno, è scesa a 2,2 negli ultimi tre mesi e ora sta decelerando a soli 0,2.
Si tratta di una riduzione causata in gran parte dalla frenata ad ammortamento. I consumi delle famiglie sono diminuiti del 2% rispetto al trimestre precedente. E rappresenta una battuta d’arresto quando era in aumento per tre periodi consecutivi e alimentava il motore economico. Tuttavia, è inferiore ai dati attesi che lo collocano al 3,7%.
Tre fattori hanno ostacolato in modo significativo la crescita nel primo trimestre dell’anno. D’altra parte, l’effetto della variabile omicron sulle attività del tempo libero. Inoltre, l’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio ha provocato conseguenze economiche che non solo hanno interessato i primi mesi dell’anno, ma che stiamo ancora vivendo ora e nel prossimo futuro. Il terzo fattore è stato lo sciopero dei trasporti di metà marzo che ha avuto un notevole impatto sulle catene di approvvigionamento.
Da parte sua, il Ministero dell’Economia ha confermato che la crescita del primo trimestre è simile a quella della Germania e superiore a quella di Italia e Francia. Ritiene la crescita da mantenere in un contesto di incertezza. Sottolinea inoltre che gli investimenti in beni strumentali sono aumentati fino al 9,1% e i consumi delle famiglie sono stati rivisti al rialzo.
Quando il 29 aprile sono stati resi noti i dati anticipati per questo primo trimestre, che hanno fissato i tre decimi della crescita ora a due, hanno coinciso con la revisione del governo delle sue prospettive macroeconomiche. L’esecutivo ha tagliato la crescita quest’anno al 4,3%, una previsione ancora superiore all’ultima previsione della Banca di Spagna, che la lascia al 4,1% e pone una ripresa dei livelli pre-pandemici del PIL nella seconda metà del 2023.
Alcune aspettative di crescita ancora in sospeso se si riuscirà a controllare l’inflazione in modo efficace, poiché il governo proverà domani a rinnovare e ampliare il piano shock contro l’aumento dei prezzi; È anche soggetto all’impatto dell’inasprimento della politica monetaria adottato dalla Banca Centrale Europea, e ovviamente tutto è pesantemente condizionato dalla guerra e dai suoi derivati economici.
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