Le dimissioni del ministro italiano dell’Economia e l’aggravarsi della crisi politica

Con un inaspettato colpo di scena, la crisi politica italiana si è aggravata ieri, con le dimissioni del ministro dell’Economia Domenico Siniscalco, che ha annunciato di essere “in disaccordo su quasi tutto” con il primo ministro conservatore Silvio Berlusconi. Nel giro di venti drammatiche ore, quando il leader dell’opposizione Romano Prodi chiese le dimissioni del governo e elezioni anticipate, il vice primo ministro Giulio Tremonti, che già deteneva quel portafoglio e che Siniscalco aveva sostituito 14 mesi prima, fu nominato per sostituirlo.

Sullo sfondo delle vicende che mettono in difficoltà il governo di centrodestra Berlusconi, c’è la crisi scatenata dal rifiuto ostinato delle dimissioni del governatore della Banca Centrale (banchiere italiano), Antonio Fazio. Da due mesi il Vaticano e il potente movimento cattolico conservatore Opus Dei difendono pubblicamente Fazio, un cattolico molto devoto, accusato di aver compiuto manovre “empie” per evitare che la banca (Ambrovenetto) cadesse nelle mani del governo. Amr. ABN olandese

Nel caso Fazio è intervenuta la giustizia e le accuse al governatore sono state supportate da inquietanti intercettazioni telefoniche. Ma la posizione di Fazio è indipendente e la sua nomina è a vita. Ieri il leader di Alleanza Nazionale, principale alleato politico di Berlusconi, Gianfranco Fini, ha chiesto al Primo Ministro di pronunciarsi contro Fazio come condizione per accettare il ritorno di Tremonti al Ministero dell’Economia.

Fini, che è ministro degli Esteri e vice primo ministro come Tremonti, ha costretto Berlusconi a rimuovere Tremonti dal ministero 14 mesi fa e a sostituirlo con Siniscalco.

Tremonti è un nemico dichiarato del governatore della banca centrale, che ora si prende il dubbio merito di aver “ucciso” due successivi ministri dell’Economia. Prodi ha commentato a questo proposito: “Tremonti è tornato, ed è lui il principale responsabile dell’attuale disastroso stato dell’economia”.

Berlusconi ha dovuto annunciare ufficialmente in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Chigi, sede del governo italiano, che il mantenimento del governatore Fazio alla guida della Banca Centrale “non era appropriato” perché “contraddice la credibilità nazionale”. Il caso Fazio si è trasformato in una bomba a orologeria per il presidente del Consiglio, esplosa con le dimissioni del ministro Siniscalco.

Tremonti doveva entrare in carica immediatamente e ieri sera si sarebbe recato a Washington per partecipare a una riunione del Fondo monetario internazionale.

Ma Siniscalco, che spera di riprendere domani l’incarico di professore di economia all’Università di Torino, si è dimesso, accusando anche Berlusconi di non affrontare la difficile situazione che attraversa l’Italia, con un’economia paralizzata e un crescente deficit dei conti pubblici, con decisioni concrete. E la crescita economica del debito pubblico, che può raggiungere il 107 per cento del Pil.

Siniscalco si è rifiutato di preparare una legge di bilancio “elettorale”, come richiesto dai partiti di centrodestra al governo. Nell’aprile del prossimo anno si terranno le elezioni generali in Italia, e Berlusconi sembra il perdente nei sondaggi d’opinione, ricevendo il 9% in meno di Romano Prodi, il leader del Partito Centrale.

Ma il colpo più duro inferto ieri al governo conservatore non è stato dato dall’opposizione – che dichiara che “il governo è limitato” – bensì dalla principale federazione imprenditoriale, Confindustria. In un comunicato gli industriali italiani hanno espresso la loro “profonda preoccupazione” e hanno accusato il governo Berlusconi di mostrare “una crescente incapacità decisionale, che sta paralizzando il Paese”.

Gli ex centristi democristiani e Alleanza Nazionale guidata dal Cancelliere Fini hanno invitato il Primo Ministro a discutere sulla leadership della coalizione conservatrice, mentre i sondaggi d’opinione mostrano che la popolarità di Berlusconi è in netto calo. Ieri sera il primo ministro ha accettato di tenere delle primarie interne, simili a quelle preparate dall’opposizione di centrosinistra, che ha saldamente nelle sue mani l’iniziativa politica. Secondo gli osservatori, le possibilità di elezioni anticipate aumentano anche se la situazione economica continua a peggiorare e aumentano le controversie all’interno dei partiti conservatori al governo.