La recessione dell’area dell’euro nel primo trimestre, ma alla fine è riuscita a evitare una recessione

La recessione dell’area dell’euro nel primo trimestre, ma alla fine è riuscita a evitare una recessione

Madrid, 20 luglio (stampa europea) –

Il prodotto interno lordo dell’eurozona non ha registrato alcuna crescita nel primo trimestre del 2023 rispetto ai tre mesi precedenti, quando l’attività nella regione si è contratta dello 0,1%, secondo l’ultima revisione pubblicata da Eurostat, che ha migliorato di un decimo la lettura dei dati da gennaio a marzo, il che ha consentito all’eurozona di evitare quantomeno di entrare in una recessione tecnica.

Per quanto riguarda l’Unione Europea nel suo complesso, l’economia ha registrato una crescita dello 0,2% nel primo trimestre dell’anno rispetto all’ultimo trimestre del 2022, quando il Pil dei ventisette Paesi è diminuito dello 0,1%. In entrambi i trimestri, Eurostat ha rivisto al rialzo di un decimo i precedenti dati sulla crescita.

Tra i Paesi dell’Unione Europea, la crescita del PIL più elevata nel primo trimestre dell’anno è stata quella della Polonia (+3,8%), davanti a Lussemburgo (+2%), Portogallo (+1,6%) e Croazia (+1,4%).

Al contrario, lo sviluppo economico peggiore è stato osservato in Irlanda, dove il PIL è diminuito del 2,8%, corretto per una contrazione del 4,6% rispetto alla stima precedente; Lituania (-2,1%); Estonia (-0,6%); Malta (-0,5%) e Olanda, con una contrazione dello 0,3%, a fronte di un calo dello 0,7% inizialmente stimato.

Tra le maggiori economie dell’Unione Europea, la Germania è entrata in recessione con il PIL in contrazione nel primo trimestre dello 0,3%, dopo essere sceso dello 0,5% nei tre mesi precedenti, mentre il PIL francese è aumentato dello 0,2%, dopo la recessione del quarto trimestre del 2022, e l’Italia è aumentata dello 0,6%, dopo una contrazione dello 0,1% tra ottobre e dicembre dello scorso anno.

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In Spagna il prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,6% nel primo trimestre del 2023, rispetto alla crescita dello 0,5% dei tre mesi precedenti, il che implica un miglioramento di un decimo per entrambi i trimestri rispetto alla precedente stima fornita da Eurostat.

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