Filosofo italiano Gianni Vattimo Fu il padre della teoria del “pensiero debole” e di gran parte dell’analisi postmoderna. Vattimo è stata costruita sulle ceneri del pensiero Friedrich Nietzsche Un sistema filosofico complesso capace di comprendere la decomposizione emersa nel periodo successivo a Heidegger, l’altro suo grande riferimento.
Vattimo è stato anche deputato al Parlamento Europeo e attivista di sinistra. Contribuì attivamente alla politica italiana ed europea. Fu anche un grande divulgatore della filosofia attraverso programmi televisivi per la televisione pubblica italiana, la RAI, e lavorò come editorialista di giornali. Niente Stampa E Repubblica E per il settimanale lespresso.
Gianni Vattimo È nato a Torino il 4 gennaio 1936. La sua opera è conosciuta a livello internazionale perché ha sviluppato il concetto di “pensiero debole”, una critica alla metafisica tradizionale. Fu allievo di Hans-Georg Gadamer e nel 1964 iniziò ad insegnare estetica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Torino, di cui fu preside.
Dopo essersi dedicato alla ricerca dell’estetica antica (Il concetto di fare in Aristotele1961) e di studiare il significato filosofico della poesia nostalgica d’avanguardia (Poesia e ontologia(1967), e si soffermò particolarmente sulla filosofia tedesca moderna e contemporanea: Schleiermacher (Schleiermacher, filosofo dell’interpretazione, 1968); Heidegger (Essenza, storia e linguaggio secondo Heidegger1963 e (Introduzione a Heidegger, 1971); Nietzsche (Viene fornito con la maschera(1974 e Introduzione a Nietzsche, 1985).
Fu allievo e allievo di Gadamer, e fu traduttore in italiano delle principali opere di Heidegger. Ma soprattutto l’orizzonte del suo pensiero ruotava attorno alle filosofie di Nietzsche e Heidegger, che per lui costituirono le basi di ogni filosofia futura. Da questi autori ha costruito quello che ha chiamato Filosofie della “differenza” basate sulla frammentazione e sulla molteplicitàSono concetti che si oppongono, in tutto e per tutto, alla visione “dialettica” come visione globale fondata su Hegel e Marx. Questo è stato anche chiamato “pensiero debole” o “stato postmoderno” ed è definito come un allontanamento dagli ideali fondamentali della modernità: progresso, avanguardia, critica e miglioramento. Pertanto, la crisi della modernità colpisce completamente tutti i valori estetici, culturali e sociali. Questo era il suo punto di vista.
Il pensatore ha distinto la scena filosofica del Novecento con alcune opere importanti. In La fine della modernità, pubblicato nel 1985, esamina il superamento del razionalismo moderno e l’emergere del postmodernismo. In Al di là della spiegazione, del 1995, approfondisce l’idea di pensiero debole e si concentra sul ruolo centrale dell’interpretazione nella filosofia contemporanea. Temi come la religione e la fede sono molto presenti nel suo lavoro, come in Noi crediamo che tu crediPropone un “cristianesimo debole” per l’era postmoderna. In Dopo il cristianesimoAd esempio, approfondisce il rapporto tra postmodernismo e religione, analizzando le trasformazioni della fede nel contesto attuale. Gli piaceva ripetere la frase: “La religione ha stimolato la lotta contro l’ingiustizia”.
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