Roberto Mancini fa “un buon lavoro” alla guida della nazionale italiana, celebrando l’unica finale di Euro Cup che l’Italia ha vinto in un’intervista con la leggenda del calcio Assuro e marcatore AFP Gigi Riva, alle Olimpiadi del 1968 da Roma.
La finale avrebbe dovuto essere uno spareggio (1-1 due giorni fa) e una vittoria contro la Jugoslavia (2-0): “L’atmosfera era abbastanza buona, ma temevo di essere in fuorigioco quando ho segnato”, in 42 partite tra il 1965 e il 1974 Il mancino 76enne ha ricordato il punteggio più alto nella storia della Nacionale con 35 gol.
Non era questo il suo gol più importante – voleva segnare contro la Germania Ovest (4-3) nella memorabile semifinale dei Mondiali 1970 in Messico – ma portò l’Italia all’unico titolo europeo: finirono le due finali successive nella sconfitta, e nel 2000 contro la Francia (un Gold goal 1-2) e anche contro la Spagna nel 2012 (0-4).
“Quando si vince una partita come il Mondiale o l’Europeo è una grande soddisfazione. Dopo la partita di Roma, sono uscito a passeggiare per la città e ho passato molto tempo, tutta la notte, a festeggiare i tifosi”, ha detto Luigi Riva. (chiamato “Gigi”). Descrive, che è un attacco potente e un attacco con prestazioni eccellenti.
– Sardo dal 1963 –
Originario del nord Italia, approdato al Cagliari in Sardegna nel 1963 all’età di 18 anni e mai più partito, Riva è un grandissimo seguace del calcio.
“Il calcio è ancora bello per me oggi, è un calcio intero e molto tattico, dove si è evoluto il ruolo degli attaccanti. Abbiamo giocato un calcio basato sui contropiedi, oggi è un calcio molto collettivo e gli attaccanti devono partecipare. ( 1970) con un solo campione italiano, è stato per un periodo presidente di società prima di passare alcuni anni nello staff tecnico della nazionale italiana (1990-2013).
La Nazionale oggi? “Ammiro molto Mancini. L’ho conosciuto come giocatore quando era in Nazionale italiana. Conosco quella persona, è molto bravo e ottiene grandi risultati”, dice del grande supporto per l’allenatore dal maggio 2018 dopo ha lasciato il Mondiale 2018 per ricostruire la nazionale. .
“Il successo di Mancini è la sua capacità di giocare un gioco moderno in Italia e si adatta perfettamente”, afferma Riva.
– “Barella S diversa” –
Quando gli è stato chiesto di evidenziare uno o due giocatori, Riva vuole fermare l’intervistatore: “No, non sto citando nessuno… Questa squadra è, in fondo, opera di un grande personaggio, questo è Mancini”, ha risposto.
Se insisti, fa una piccola eccezione, il ragazzo cagliaritano, Niccol ப Parella: “È diverso, è appassionato come sardo. E ha frequentato anche la mia scuola calcio, quindi ovviamente ho un pensiero speciale per lui”.
Parella, Tonaruma e Company possono prendere il titolo? “Sicuramente non perderai mai, vero?”
“Il mio unico consiglio è di fidarsi delle proprie risorse. La squadra italiana oggi non può pensare di vincere, deve avere fiducia nelle proprie capacità”, dice la leggenda italiana, a causa della sua cattiva salute da alcuni anni venerdì sera contro la Turchia in quel Stadio Olimpico di Riva, Joff, Massola e Anastasia (secondo marcatore della finale) non sapeva se sarebbe potuto andare a Roma per la gara inaugurale della splendente Eurocup. Nel 1968.
“Roma, vedremo… Sarebbe bellissimo vedere l’Italia in finale!”
alu / gh / psr
“Ninja del bacon. Avvocato di viaggio. Scrittore. Esperto di cultura pop incurabile. Fanatico di zombie malvagio. Studioso di caffè per tutta la vita. Specialista di alcol.”