Jorge Valdano ha confermato, giovedì, che l’allenatore Carlos Bilardo, con il quale ha vinto la Coppa del Mondo 1986 in Messico con la nazionale argentina, ha terminato il suo complesso di Superman, che gli ha fatto credere che potrebbe uscire dal ritiro obbligatorio per tre anni a causa della sofferenza . Dall’epatite ai Mondiali del 1990.
“Per buona parte di quei tre anni sono stato un paziente in cura per l’epatite cronica, ma una volta Bilardo è venuto e me lo ha detto”Se mi dai sei mesi della tua vita, ti darò la Coppa del MondoHo passato un calvario fisico e una settimana prima dell’inizio del Mondiale (Italia 1990) mi ha detto che non ti vedevo; Se avessi un complesso di Superman, Bilardo me lo ha risolto con questa decisioneL’ex calciatore ha spiegato.
Valdano ha raccontato la storia durante la sua partecipazione al terzo giorno del Summit della Mexican Football League 2022, un vertice in cui oltre 25 personalità del calcio parteciperanno a conferenze sulle tendenze dell’industria calcistica.
Il discorso dell’ex allenatore del Real Madrid riguardava la vita dei calciatori dopo il ritiro.
L’ex allenatore ha ricordato come la sua vita dopo aver giocato sia arrivata improvvisamente pochi mesi dopo aver vinto il Mondiale in Messico 1986 con Diego Armando Maradona perché ha contratto un’epatite che gli ha messo a rischio la vita.
“Giocare a calcio è come prolungare l’infanzia e chi vuole lasciare la propria infanzia. Vogliamo prolungare questa routine straordinaria, svegliarsi ogni giorno affinché non sia troppo tardi per allenarsi all’aria aperta, avere il privilegio della fama, e avere una grossa somma di denaro da ottenere in un’altra attività.
Il vincitore di tre scudetti spagnoli come giocatore del Real Madrid, ha rivelato che essere vicino ai libri gli ha aperto le porte per lavorare come commentatore sportivo e non ha una vita complicata lontano dal calcio come alcuni dei suoi colleghi.
Oltre ad essere un personaggio dei media, Valdano ha anche lavorato come regista, stratega, uomo d’affari e scrittore per più di venti libri, cosa che ha mantenuto per il fatto che Era sempre pronto a prepararsi.
“La vita sportiva è breve rispetto a quella che ci resta da vivere dopo, bisogna fare un cambio di paradigma, il focus non è solo sull’attività professionale, ma bisogna pensare al futuro, a come aiuto l’ex atleta a raggiungere una certa dignità quando smette di giocare a calcio; in alcuni casi L’educazione è necessaria‘, è stato condannato.
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