Italia e Spagna stanno guidando gli investimenti di “prossima generazione” nell’intelligenza artificiale per digitalizzare le PMI in Europa

Italia e Spagna stanno guidando gli investimenti di “prossima generazione” nell’intelligenza artificiale per digitalizzare le PMI in Europa

L’intelligenza artificiale è ovunque nella nostra vita quotidiana: nei consigli di Netflix o Amazon, negli assistenti vocali, nel riconoscimento facciale e delle impronte digitali sui nostri smartphone, nei robot che utilizziamo per pulire le nostre case, nei correttori oculari… Nello specifico sono stati stanziati 116,8 miliardi EUR Attraverso il meccanismo di ripresa e resilienza del Fondo UE Next Generation per il decennio digitale della Commissione europea, sono stati stanziati 4,376 milioni di euro per progetti di intelligenza artificiale. Si tratta solo del 3,7% del totale stanziato per questa tecnologia, con Italia e Spagna in testa, secondo i dati del Centro comune di ricerca della Commissione europea, elaborati da Papazoglou nel 2023.

La principale conclusione raggiunta è che lo strumento UE di prossima generazione e il suo meccanismo di ripresa e resilienza rappresentano il 70% degli investimenti totali nella trasformazione digitale, secondo “Investire nell’intelligenza artificiale nei piani nazionali di ripresa e resilienza”.


La Commissione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi per il 2030: Garantire che il 90% delle PMI nell’UE raggiunga almeno un livello base di digitalizzazioneIl 75% delle aziende dell’Unione Europea sta adottando tecnologie come il cloud computing, l’intelligenza artificiale e l’analisi dei big data.




Se si guardano i dati diffusi dalla Commissione Europea, si vede la distribuzione degli investimenti per paese, il che è rivelatore Italia È nella testa, con informazioni personalizzabili 1.895 milioni di euro Per progetti legati all’intelligenza artificiale. Lui segue Spagnache investirai 1,2 miliardi di euro. Insieme, questi due paesi dell’Europa meridionale rappresentano il 71% degli investimenti totali destinati ai progetti di intelligenza artificiale nell’ambito del Recovery and Resilience Facility del Fondo UE Next Generation. Dietro di loro ci sono Germania e Francia, che in confronto investono meno di un terzo di questa somma.


La Danimarca è relativamente avanti Nell’assegnare i fondi “NextGen” alla digitalizzazione nell’intelligenza artificiale, destina a questo campo l’8,7% del suo budget. Seguono la Spagna, che stanzia il 6,4%, e l’Irlanda il 5,2%. Allo stesso modo, la Danimarca sta sfruttando il suo forte ambiente di ricerca e sviluppo e la forte presenza digitale nelle PMI per rafforzare la propria strategia digitale nazionale. Incorporando l’intelligenza artificiale, il Paese cerca di migliorare la pubblica amministrazione attraverso riforme che migliorino l’efficienza e la qualità dei servizi pubblici. Il paese nordico ha stabilito una collaborazione con NVIDIA Creare un centro nazionale per l’innovazione dell’intelligenza artificiale che includa uno dei supercomputer di intelligenza artificiale più potenti al mondo. Da parte danese, questa cooperazione è guidata da Novo Nordisk e dal Fondo danese per l’esportazione e gli investimenti (EIFO).

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In media, i paesi europei assegnano circa il 3% dei fondi per la trasformazione digitale a progetti di intelligenza artificiale. D’altro canto, Svezia, Paesi Bassi, Belgio e Austria si collocano all’estremità inferiore dello spettro, assegnando meno dell’1% dei loro budget al Fondo di risposta rapida per le iniziative legate all’intelligenza artificiale.

Sebbene l’intelligenza artificiale non sia tra gli elementi che attirano meno denaro, sorprende che l’Europa non destini maggiori investimenti a elementi volti a trainare l’economia. Dietro l’IA, ad esempio, ci sono i big data (3,867 milioni), la copertura 5G (3,471 milioni), i semiconduttori (2,950 milioni), l’informatica quantistica (846.000 euro) e l’identità digitale (516.000 euro). Prima dell’IA, gli investimenti erano destinati ai servizi pubblici digitali (23.447 milioni), alle competenze digitali di base (13.798 milioni), alla cartella clinica elettronica (13.110 milioni), alla copertura di rete gigabit (12.964 milioni), alle startup innovative (11.600 milioni), ai professionisti e ai professionisti dell’informatica. comunicazioni. (9.172 milioni) e servizi di cloud computing (5.078 milioni).


Il tallone d’Achille era monitorare i settori in cui è stato dedicato questo sforzo economico. Velina Lilyanova, ricercatrice presso il Servizio Ricerca del Parlamento Europeoha evidenziato la progressiva adozione di tale tecnologia, soprattutto in… salute E il Pubblica amministrazione.


Tuttavia, se si chiede al settore sanitario, gli esperti concordano sul fatto che si prevede già che l’integrazione dell’intelligenza artificiale negli ospedali e negli ambienti medici darà origine a una serie di nuove professioni cruciali per il funzionamento efficiente ed etico di questi servizi. Ciò include ruoli come avvocati specializzati in nuove tecnologie e sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale, specialisti di conformità e ingegneri biomedici. Per quanto riguarda gli attuali operatori sanitari, è stata evidenziata l’urgente necessità di formazione sulle nuove tecnologie. L’attenzione, però, è tutta su L’importanza di incorporare standard morali ed etici per evitare responsabilità legali. Ciò significa una formazione rigorosa sulla protezione dei dati e sul diritto sanitario, nonché sui diritti e doveri relativi ai minori e alle persone assistite nella loro capacità di agire. Si è osservato anche un cambiamento nell’attenzione dello specialista nei confronti del paziente diventa un supervisore attivo della tua salute. Si prevede, inoltre, il trasferimento dei servizi medici, passando dalla consulenza specialistica come canale principale della relazione medico-paziente alla comunicazione a distanza mediante strumenti specifici. Vi è inoltre una cautela contro il passaggio da cure basate su sintomi e segni alla diagnosi precoce nelle fasi precliniche, e persino verso una diagnosi pre-malattia basata su modelli predittivi e sull’integrazione della medicina personalizzata e di precisione, alimentata da dati di trattamento personalizzati e dati reali. telerilevamento del tempo, sia medico che non medico, attraverso dispositivi intelligenti.

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Dove vanno gli investimenti italiani?


Nel 2023, Il valore del mercato dell’intelligenza artificiale in Italia, dominato dalle grandi aziende, ha raggiunto i 760 milioni di euro. La maggior parte degli investimenti si concentra su soluzioni di analisi del testo, classificazione, sintesi e agenti conversazionali, mentre i progetti di intelligenza artificiale generativa rappresentano solo il 5%. Sei grandi aziende su dieci hanno avviato progetti in questo settore, ma solo due su tre hanno esplorato applicazioni dell’intelligenza artificiale generativa. In Italia le grandi aziende dominano il 90% del mercato dell’AI, mentre PMI e pubblica amministrazione si spartiscono equamente il restante 10%.


L’utilizzo principale dell’AI nel mercato italiano (29%) è attribuito a soluzioni di analisi ed estrazione di informazioni dai dati, seguito dal 27% dedicato a progetti di interpretazione. Nel dettaglio, il 22% degli investimenti è stato destinato ad algoritmi che suggeriscono contenuti personalizzati, il 10% all’analisi di video e immagini, il 7% a sistemi di elaborazione della formattazione e il 5% all’intelligenza artificiale generativa.


La spesa media per azienda in IA è più alta nei settori delle comunicazioni, dei media e delle assicurazioni, seguiti da energia, risorse, servizi pubblici e servizi bancari e finanziari.


Il programma strategico italiano AI 2024, in linea con la più ampia strategia dell’UE sull’intelligenza artificiale, mira a rendere l’Italia un hub globale per la ricerca e l’innovazione sull’intelligenza artificiale. Questo piano mira a migliorare le competenze nel campo dell’intelligenza artificiale e ad attrarre i migliori talenti in questo settore.


Legislazione sull’intelligenza artificiale


Fino al 2030, Secondo le previsioni del settore, si prevede che l’intelligenza artificiale immetterà più di 11 miliardi di euro nell’economia globale. Si prevede che l’intelligenza artificiale e la robotica, lavorando in tandem, saranno responsabili della creazione di quasi 60 milioni di nuovi posti di lavoro in tutto il mondo entro il 2025, evidenziando l’importanza fondamentale della trasformazione digitale nel promuovere la crescita economica.

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La recente legislazione sull’IA stabilisce un quadro normativo che garantisce che gli strumenti di intelligenza artificiale siano compatibili con i valori tradizionali, ne garantisce l’uso sicuro e ne incoraggia l’ulteriore adozione. Allo stesso modo, la legge ha il compito di mitigare alcuni dei rischi associati all’intelligenza artificiale. Questo regolamento fornisce un ambiente in cui gli strumenti di intelligenza artificiale sono compatibili con i principi tradizionali, garantendone l’uso sicuro e incoraggiandone una più ampia adozione. Inoltre, la legge ha il compito di eliminare alcuni dei rischi inerenti all’intelligenza artificiale.


La capacità di questa tecnologia di identificare modelli nascosti e fornire prodotti personalizzati è notevole, sebbene sia necessario considerare gli aspetti commerciali, tecnologici, legali e ambientali per un’implementazione di successo dell’IA.




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