I governi di Italia e Argentina, in una dichiarazione congiunta di questo lunedì, hanno respinto la “repressione continua” e le “violazioni dei diritti umani” in Venezuela, condannando la mancanza di “risultati ufficiali” dopo le elezioni presidenziali del 28 luglio. “Italia e Argentina condannano la continua repressione e le violazioni dei diritti umani e chiedono il rilascio delle persone detenute arbitrariamente e il rispetto di processi equi”, hanno affermato in una dichiarazione congiunta. In particolare, condannano “il clima di persecuzione nei confronti dell’opposizione, culminato nell’ordine di arresto contro Edmundo González Urrutia”, candidato dell’opposizione alle presidenziali e “che ha vinto le elezioni secondo i dati verificati pubblicati dall’opposizione”. Entrambi i paesi insistono sul fatto che “la decisione annunciata dal CNE manca di credibilità e di legittimità democratica” e che le autorità devono ancora “pubblicare risultati dettagliati che possano essere verificati in modo indipendente”. Il rapporto rileva inoltre che sei dissidenti venezuelani si sono rifugiati nel Residenza diplomatica argentina a Caracas, ora sotto la responsabilità brasiliana. Chiedono che i sei possano “lasciare il territorio venezuelano” sotto la protezione della Convenzione di Caracas del 1954. Come soluzione alla situazione politica, sollecitano Roma e Buenos Aires I leader politici venezuelani “avviano un dialogo significativo” per “una transizione pacifica e il ristabilimento delle istituzioni democratiche”. una soluzione pacifica e duratura alla crisi”, hanno osservato. A livello di organizzazioni internazionali, entrambi i Paesi chiedono all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani di “ritornare immediatamente a Caracas”.
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