In Spagna pratichi un altro sport.

In Spagna pratichi un altro sport.

Tarda primavera a Madrid, 23 gradi, la capitale accoglie da domenica 16 Aprile Coppa del Mondo di terza categoria di hockey su ghiaccio (Seconda Divisione) nell’esclusivo Palacio de Hielo di Madrid, nel quartiere di Hortaleza. È un’occasione per entrare nel secondo anello dell’élite dell’hockey su ghiaccio, una divisione in cui, ad esempio, l’Italia o la Gran Bretagna sono lontane anni luce dalla Spagna.

“In Spagna fai un altro sport”, Lo dice con franchezza Luciano Basile, che da undici anni allena la Nazionale. Vogliamo costruire la nostra identità.

– E quando te ne sei accorto?chiede il giornalista davanti a una lettera che sembra essere quella di qualcuno appena arrivato in ufficio con voglia di cambiamento

– “11 anni fa”

Poi Basile, 63 anni, di Montreal, Anche se possiede un doppio passaporto canadese/italiano, spiega davvero tutti gli ostacoli alla guida di una squadra amatoriale. “Qui ci sono ragazzi che vengono in vacanza. Quest’anno è la prima volta che riusciamo ad avere una settimana di concentrazione. Posso cambiare quello che posso cambiare e nient’altro”.

L’allenatore che non nasconde che lotterà per la promozione In un’edizione con Australia, Israele, Croazia, Islanda e Georgia, parla dell’intensità di questi giorni, della doppia sessione e dell’urgenza di assorbire l’azione tattica.

“In Spagna non ci sono molti buoni giocatori in campionato. Molti di loro giocano a malapena 30 minuti e molte volte sono più numerosi dei giocatori. I difensori giocano i difensori mentre gli attaccanti giocano in avanti. E questo non funziona più così, così come non funziona nemmeno il calcio con giocatori distribuiti su tutto il campo. Ora le squadre giocano insieme e nell’hockey dovrebbe succedere anche questo. Con l’aggiunta che in questo sport è sei contro sei, non puoi avere un 9 o un 10 che suona. Attacchiamo con cinque e difendiamo con cinque”.

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La carenza cognitiva del gioco, riassume infatti Basile. “Qui in Spagna il giocatore che gestisce il disco (il disco da mettere in porta) è già di alto livello. Ma a livello internazionale prevale il sapersi preparare quando non si ha il disco, che è il 97 percento delle volte, sempre da est a ovest.

La scelta è la più piccola di tutti i partecipanti. “Lo staff tecnico è già qui per stabilire l’anzianità. Ci saranno cinque partite in sette giorni. E cosa vuoi che dica loro, l’intensità di tante partite si affronta meglio con un gruppo di giovani che con i veterani, che hanno bisogno più tempo per recuperare, ma se hai intenzione di partire verso un obiettivo e devi aspettare che si combinino gioventù, esperienza, talento e tutto, non potrai mai farcela”.

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