Papa Francesco ha rafforzato la sua crociata contro la corruzione all’interno del Vaticano, approvando giovedì nuove leggi per i funzionari e il clero che lavorano per la Curia romana.
Attraverso un documento papale “motu proprio”, Francesco chiede che sia gli amministratori che il personale amministrativo che opera nella gestione della chiesa dichiarino di non avere condanne o indagini su terrorismo, riciclaggio di denaro o evasione fiscale.
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Allo stesso modo, non potranno acquisire beni in paradisi fiscali o investire in società che operano “contro la fede della Chiesa”, come dice il testo. Il documento sottolineava che “a tutti i dipendenti è vietato accettare regali di valore superiore a 40 euro”. Il Papa argentino ha promesso di riformare le finanze del Vaticano, che è stato teatro di numerosi scandali per investimenti controversi, e di garantire la trasparenza delle sue operazioni e dei suoi funzionari.
Il nuovo provvedimento riguarda tutti coloro ai livelli funzionali C, C1, C2 e C3, cioè da cardinali e capi medici a vicedirettori con contratti direttivi quinquennali e tutti coloro che hanno funzioni amministrative o di vigilanza giudiziaria attive il Vaticano ha spiegato in una nota .
Sia i vescovi che i laici devono firmare una dichiarazione in cui si afferma di non essere stati oggetto di condanne, processi o indagini penali per corruzione, frode, terrorismo, riciclaggio di denaro, sfruttamento di minori o addirittura evasione fiscale. Queste persone non potranno possedere conti in contanti o investimenti in paesi ad alto rischio di riciclaggio di denaro o finanziamento del terrorismo, o in paradisi fiscali o partecipare a società che lavorano “contro la dottrina sociale della Chiesa”, come specifica il testo.
Il Ministero dell’Economia “potrà verificare la correttezza delle dichiarazioni rese dagli inserzionisti, e la Santa Sede potrà, in caso di dichiarazioni mendaci, licenziare il dipendente e chiedere i danni arrecati a lui”, ha detto il Papa. avverte. “Dovranno firmare una dichiarazione al momento del rapporto di lavoro e poi ogni due anni”, aggiunge il documento firmato dal Papa.
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Le nuove regole sono state adottate dopo quelle fissate il 19 maggio 2020, quando Francisco ha approvato la nuova legge sugli appalti pubblici, dopo averla ritenuta necessaria, “perché la corruzione può manifestarsi in varie forme e forme”, ricorda. La Santa Sede ha aderito anche alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, al fine di adeguarsi alle migliori pratiche “per prevenire e combattere questo fenomeno nelle sue varie forme”.
Fonte: Agence France-Presse.
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