il deficit commerciale Il 2021 si è chiuso a 26177,9 milioni di euro, un aumento del 95% rispetto allo stesso periodo del 2020, principalmente a causa di un aumento delle importazioni di energia, secondo i dati pubblicati giovedì. Ministero dell’Industria, Commercio e Turismo.
Il rapporto sul commercio estero di fine 2021 evidenzia che il deficit energetico ammontava a 25.326 milioni di euro, rispetto ai 14.528 milioni di euro dell’anno precedente, che rappresenta il 96,7% del disavanzo totale, mentre il disavanzo non energetico ammontava a 852 milioni. Ministro di Stato per il Commercio, Ziana MendesTuttavia, ha evidenziato che l’economia spagnola ha ripreso il suo percorso verso una maggiore internazionalizzazione dopo la recessione subita nel 2020 a causa della pandemia.
È che nel 2021 le esportazioni di merci sono cresciute del 21,2% rispetto al 2020 e del 9,1% rispetto al 2019, raggiungendo i 316.609,2 milioni di euro, record storico per il Paese. Dal canto loro, le importazioni sono cresciute a ritmi più elevati, del 24,8% rispetto al 2020 e del 6,4% rispetto al 2019, per raggiungere i 342.787 milioni di euro. Tra questi, le importazioni di prodotti energetici sono state pari a 46.575 milioni di euro, con un incremento del 72,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il rapporto di copertura, ovvero il rapporto tra esportazioni e importazioni, è stato del 92,4%, Questo è 2,7 punti in meno rispetto all’anno precedente. Il commercio ha voluto evidenziare la crescita annuale delle esportazioni spagnole nel 2021, poiché i dati accumulati per la Spagna mostrano una crescita maggiore di quella registrata a livello mondiale. Unione europea (17,1%), nonché in relazione alle maggiori economie circostanti come Germania (13,9%) o Francia (15,2%).
Al di fuori dell’Unione Europea, la crescita delle esportazioni di stato unito (23,1% su base annua), Cina (21,5%) o Regno Unitoche ha registrato una crescita meno visibile a causa dell’entrata in vigore della “Brexit” nel 2021.
Per quanto riguarda i dati per gli esportatori, nel 2021 sono stati registrati un totale di 100.891 esportatori con più di 1.000 euro, con un incremento del 14,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma più importante di questi dati è, secondo il commercio, il numero di esportatori regolari, cioè quelli che hanno esportato negli ultimi quattro anni. Nel 2021 sono stati registrati un totale di 59.169 esportatori regolariIn aumento del 7,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è stato emesso per un valore di 289.315 milioni di euro, pari al 91,4% del totale e al 17,7% in più. Da notare inoltre che il numero degli esportatori regolari è aumentato del 58,8% in 10 anni, passando da 37.253 nel 2011 a 59.169 nel 2021.
Articoli dell’equipaggiamento
I principali settori sono stati in peso sul totale delle esportazioni nel periodo Articoli dell’equipaggiamentoChe rappresenta il 18,6% del totale ed è in crescita del 13,8% rispetto al 2020, seguono alimenti e bevande, tabacco (18% del totale ed è cresciuto dell’11,1), prodotti chimici (17% del totale ed è cresciuto del 32,3% YoY- YoY) e il settore automotive (12,8% del totale, +5% anno su anno).
Relativamente a quest’ultimo settore, che ha risentito nel corso del 2021 della crisi dei microchip, il commercio ha chiarito che prosegue ancora su livelli inferiori a quelli raggiunti nel 2019, sia in termini di export che di import. Dal ramo esecutivo spero di sì I livelli sono migliori per il 2022, Sebbene abbia avvertito che la ripresa avrebbe richiesto tempo, ha insistito sulla necessità di maggiori investimenti a livello globale e scommettendo che l’UE dipenderà meno dagli altri paesi per la produzione di veicoli.
Dal canto suo, il più importante contributo positivo delle esportazioni da gennaio a dicembre 2021 è arrivato dal settore dei prodotti chimici (5 punti), semilavorato Non Chimico (3,5 punti), Prodotti Energetici (3,3 punti) e Articoli dell’equipaggiamento (2,7 punti). Nonostante questi eccezionali contributi, commercio Si segnala che nessun settore ha contribuito negativamente.
Per quanto riguarda le importazioni, i principali contributi positivi nel periodo 2021 sono giunti dai settori dei prodotti energetici (7,1 punti), dei prodotti chimici (5,1 punti), dei beni strumentali (3,2 punti) e delle bollette semichimiche.
Le esportazioni verso l’UE rappresentano il 61,8% del totale
Per quanto riguarda la destinazione, il commercio evidenzia che le esportazioni a cui sono destinate Unione europea Ha catturato il 61,8% del totale dopo essere avanzato del 23,8% rispetto all’anno precedente. Per paese, l’aumento cumulativo a dicembre delle esportazioni verso Italia (29,8%), Portogallo (25,7%), Francia (19,7%) e Germania (9,6%). Nel resto d’Europa, vendita a tacchino È aumentato del 28,9% e le vendite nel Regno Unito sono aumentate del 10,6%.
Le esportazioni verso le terze destinazioni sono aumentate del 17,3% su base annua in questo periodo e hanno rappresentato il 38,2% del totale, evidenziando la crescita delle esportazioni verso America Latina (26,1%), Nord America (19,5%), Africa (18,5%) Asia Escluso Medio Oriente (14,2%), Medio Orienteo (12,7%) e Oceania (9,6%).
Per paese, aumenta a Nigeria (38,8%), India (37,1%), Peperoncino (35,4%), Argentina (34,9%), Marocco, Ovest, tramonto (28,7%), Messico (28,1%), Corea del Sud (26,7%), Perù (25,5%) e stato unito (21,1%) mentre era negativo in Singapore (-9,3%) e Algeria (-1,5%). Nonostante questo buon sviluppo, il ministro degli Esteri ha sottolineato la propria disponibilità a continuare a scommettere sulla diversificazione dei mercati di destinazione, dopo il rallentamento del 2020.
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