Alcune difficoltà nella distribuzione dei vaccini anti-Covid in Italia (Foto: ANSA)
Ansamed – 4 nov – Il ministero della Salute, attraverso una circolare, ha chiesto alle regioni di accelerare le procedure di vaccinazione anti-Covid, che sono in calo, con medici di famiglia, pediatri e farmacie.
“Tenendo conto che l’andamento dell’attuale campagna di vaccinazione contro il Corona virus evidenzia ancora un numero esiguo di vaccinazioni” e che le segnalazioni pervenute dalla Direzione Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, dall’inizio dell’anno 2023-24 e alla luce degli indicatori di cittadini che “hanno difficoltà a vaccinarsi”, il Ministero raccomanda in una circolare “di applicare le misure normative più adeguate”, mettendo in discussione in particolare la collaborazione pratica tra medici di base, pediatri e farmacie.
La circolare invita inoltre a potenziare le attività di comunicazione e media e a consentire ai cittadini di prenotare il vaccino anti-Covid-19 attraverso la piattaforma elettronica regionale.
Dal 25 settembre (quando è iniziata la nuova campagna vaccinale) al 1 novembre sono state somministrate in Italia 254.554 dosi di vaccino anti-Covid (Comirnaty XBB 1.5).
Le regioni con il maggior numero di vaccinati sono la Lombardia (101.783, pari all’1,02% della popolazione), seguita da Emilia-Romagna (38.856, 0,88%) e Toscana (35.276, 0,97). Seguono Piemonte, Puglia e Lazio.
Agli ultimi posti compaiono la Calabria (con solo 324 dosi somministrate), il Molise (391) e l’Umbria (873), mentre ci sono ancora problemi con la trasmissione dei dati in Sicilia, Abruzzo e Basilicata.
Il “forte ritardo” preoccupa anche il Lazio, soprattutto nella città di Roma.
“Finora nel Lazio sono state vaccinate meno di 10.000 persone che hanno ricevuto una dose di richiamo con il vaccino anti-Covid aggiornato, contro più di 100.000 persone in Lombardia.
«Sono più di un milione i cittadini anziani e vulnerabili nel Lazio che devono essere tutelati da coloro che risiedono nelle case di riposo, finora meno dell’1% di essi è coperto», ha spiegato l’assessore alla Circoscrizione Lazio responsabile dell’assistenza del Segretario nazionale. Lavoro, Alessio D’Amato.
“Sarebbe opportuno che le regioni annunciassero le modalità di fornitura dei vaccini contro il coronavirus e l’influenza, informassero i cittadini sulle possibilità di adesione alla campagna di vaccinazione e sui luoghi in cui verranno forniti i vaccini”, afferma il capo della regione. Fnomceo (Federazione Nazionale Chirurghi), Filippo Agnelli.
La vaccinazione, infatti, può essere effettuata negli studi dei medici di famiglia, dei pediatri, nelle farmacie, oltre che nei centri vaccinali.
“C’è una stanchezza generale nei confronti dei vaccini ed è necessario rafforzarli a livello di comunicazione. I medici impegnati nelle vaccinazioni danno priorità ai gruppi più vulnerabili. Il ministero ha tutte le capacità per seguire la situazione e comprendere i metodi delle regioni , e così via”, ha aggiunto, aggiungendo che i cittadini sanno cosa c’è e le dosi sono disponibili.
Il presidente di Federfarma (l’associazione che comprende 19mila farmacie private) ha detto: “Confermo tutto quello che ha scritto il direttore Francesco Vaia nella sua circolare. Ci sono problemi con i vaccini anti-Covid in alcune zone ma questa non è colpa del ministero della Salute”. . In tutta Italia), Marco Cossolo.
Ha proseguito: “Alcune regioni non hanno ancora raggiunto accordi per portare le dosi in farmacia, come la regione Lazio, dove in farmacia viene ancora somministrato solo il vaccino antinfluenzale”.
«Il meccanismo funziona bene quando le farmacie raggiungono accordi con le regioni», ha spiegato Koussolo riferendosi a Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia, Liguria, Piemonte e Marche. “Il problema è che le regioni non hanno raggiunto accordi”. (Io dimentico).
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