I rapporti sulla situazione economica sembrano quelli che ho pubblicato martedì scorso Fondo monetario internazionaleÈ come un bicchiere che alcuni vedono mezzo pieno e altri mezzo vuoto. Queste aspettative possono o non possono essere soddisfatte. Il Fondo monetario internazionale, come molti altri istituti di ricerca e organizzazioni internazionali, ha previsto nell’ottobre 2021 che l’inflazione avrebbe raggiunto il picco nello stesso autunno e che nel 2022 avrebbe raggiunto i livelli pre-pandemia. A quel tempo in Spagna l’IPC superava il 5%. Nel 2022 supererà il 10%. Questo esempio serve ad evidenziare il carattere indicativo e sintetico di questo tipo di previsione. Ma come ci si potrebbe aspettare, quello che stanno cercando di fare è proiettare il comportamento che i paesi di dimensioni maggiori avrebbero in base ai valori che offrono attualmente e all’impatto che lo sviluppo economico potrebbe avere su di essi.
Pertanto, il governo e molti dei suoi portavoce diranno in merito al rapporto pubblicato questo martedì dal Fondo monetario internazionale che la Spagna sarà il paese più sviluppato tra i paesi sviluppati, che fornirà ripresa dai livelli pre-pandemia (Forse si sono dimenticati di ricordare che siamo l’unico paese sviluppato che non ha ancora raggiunto questo obiettivo) e che nel 2023 la Spagna sarà il paese con il CPI più basso dei paesi sviluppati.
Inoltre, sono pochi i record che evidenziano alcuni dati che non invitano a condividere l’euforia che queste conclusioni suggeriscono. Sì, il Fondo monetario internazionale ha migliorato le sue previsioni di crescita in Spagna quest’anno all’1,5%, Ma quelli che ha la prossima volta peggiorano e lo lasciano al 2%.. Oltre al PIL, un volume enorme che occupa tutti i titoli dei giornali, il FMI indica una tendenza pericolosa di altre grandezze che spiega il crollo della crescita nel 2024 previsto dall’organizzazione: la Spagna sarà l’economia più vulnerabile tra i suoi pari sviluppati in termini di inflazione e occupazione.
economia più incline all’inflazione
Una delle conclusioni più preoccupanti del rapporto del FMI riguarda l’inflazione. Sebbene sia usato Dati sull’indice dei prezzi al consumo diffusi dall’Istituto Nazionale di Statistica E che parlano di un forte calo dei numeri recenti, dovuto all’impatto del passaggio statistico, che mostra la debolezza della nostra economia di fronte a questa realtà.
In primo luogo, il Fondo monetario internazionale stima che i livelli di inflazione non torneranno al 2% fino al 2025 in Europa. In Spagna l’anno prossimo l’indice dei prezzi al consumo (IPC) sarà di circa il 3,2%. Tuttavia, nonostante un’inflazione inferiore alla media nelle economie europee avanzate (5,6%), La Spagna sarà al di sopra della media (3%) nel 2024. Ciò non accadrà in Francia o in Italia, che, nonostante livelli di crescita dei prezzi più elevati rispetto alla Spagna, riusciranno a frenare i prezzi più rapidamente.
Ed è che la Spagna, a differenza di altri Paesi del nostro ambiente, continua a beneficiare dei programmi di riacquisto del debito della Banca centrale europea (il meccanismo anti-decoupling), di ricevere fondi europei, di rivalutare le pensioni e di una spesa pubblica a tassi record. tutti loro, Gli elementi che agiscono contro l’inflazione sono come benzina in fiamme.
Impossibile ridurre il tasso di disoccupazione
tanto quanto Yolanda Diaz Ogni mese insiste per trarre forza dalla sua riforma del lavoro e si vanta di porre fine al lavoro temporaneo e aumentare la creazione di posti di lavoro (spazzando sotto il tappeto una media approssimativa di 1 milione di disoccupati che non compaiono nelle statistiche), riflettendo le opinioni del FMI è che la disoccupazione nel nostro Paese è e rimarrà uno dei mostri neri del genere Più del 12% per i prossimi anni. Secondo le sue previsioni, il tasso di disoccupazione sarà del 12,6% quest’anno e del 12,4% l’anno prossimo, ma nel 2028 sarà ancora del 12,1%. In altre parole, in questo decennio praticamente non scenderà sotto il 12%.
Qualcosa che contrasta con un altro dei dati positivi che il FMI vorrà evidenziare è il record di occupazione di oltre 20,6 milioni di dipendenti nel 2024.
Campioni del deficit e del debito
Né vedremo membri del governo vantarsi che la Spagna sia ancora un campione di disavanzi pubblici. Impossibile scoraggiare lo squilibrio dei nostri conti, anche con i registri di riscossione fatti dall’esecutivo grazie all’effetto dell’inflazione, che moltiplica l’impoverimento degli spagnoli. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che il deficit di bilancio scenderà al 4,5% nel 2023 dal 6,9% dello scorso anno, per raggiungere il 3,5% del PIL nel 2024, ma tornerà a salire un anno dopo, con uno squilibrio negativo del 3,8% nel 2025 e del 4% . del PIL in ciascuno dei restanti tre anni di proiezioni. E questo significa che continueremo a essere nei numeri rossi, per quasi un decennio, secondo questa organizzazione.
Ovviamente, questo parla del fatto che neanche la religione si fermerà. E non smetterà di aumentare ogni anno, dai 1.356 miliardi stimati per il 2023 ai 1.666 miliardi del 2028.. In termini di PIL, il rapporto debito/PIL diminuirà leggermente dal 110,4% del PIL previsto per quest’anno a poco più del 108% nel 2024 per attestarsi al 109,3% nel 2028. In altre parole, il governo continuerà a vendere quel debito. Viene ridotto in percentuale del PIL quando in realtà ciò che faresti è aumentarlo senza controllo.
Insomma, un rapporto del FMI che servirà al governo per gonfiare il petto, ma che, in sostanza, rivela le peggiori debolezze della nostra economia, quelle che non sono state corrette quando i venti erano a loro favore, e che renderanno la nostra struttura produttiva ora, secondo tutti gli analisti, indietro tempi Lean.
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