I sopravvissuti raccontano come la nave si è rotta prima di raggiungere la riva. “Non avevamo la biancheria intima, la davano a pochissimi”
“Era buio, dovevano essere le cinque. Improvvisamente i quattro dirottatori, quando eravamo a circa cinquecento metri dalla riva, hanno visto luci, torce illuminare il buio, e si sono spaventati. Pensavano che la polizia fosse aspettandoli. Hanno cambiato rotta per atterrare altrove. Ma bisognava sbrigarsi, aumentare la velocità: l’unico modo era ridurre il peso a bordo. Così hanno gettato la gente tra le onde, lanciando intanto il peschereccio. quanti Almeno venti persone”. Ecco alcune delle testimonianze uscite ieri Sopravvissuti al naufragio e raccolti – “Con difficoltà, sono tutti scioccati, Hanno perso padri, madri, figli, mogli, mariti.– Loredana Pisani, direttrice del Centro diocesano per i migranti di Crotone, 50 anni, insegnante di religione al liceo.
Dopo ore le storie raccontate sono state tradotte, soprattutto in ospedale, da mediatori culturali e associazioni di volontariato. Ancora scioccata da ciò che ha sentito, Pisani spiega: “Le persone su quella nave non avevano idea di cosa avrebbero trovato…” Ma il naufragio, come è avvenuto?
Altri dettagli Al mattino una piccola donna pakistana di 21 anni era avvolta in una calda coperta avvolta in un panno spesso. Devono essere undici. con gli occhi rossi, Non voglio lasciare la spiaggia ventosa Lì i bagnini fanno del loro meglio per aiutare i naufraghi. “Mio marito…” gridò in inglese, chinandosi sulle due infermiere della Croce Rossa che le stavano offrendo il tè caldo. Prendi piccoli sorsi, ma gira la testa Guarda quelle lenzuola bianche che coprono il corpo del marito e altri annegati ore prima, a 150 metri dalla riva. Mentre cercano di convincerla a salire sull’autobus che porterà i sopravvissuti al centro di accoglienza di Capo Rizzuto, la donna racconta qualcosa sull’odissea: “Abbiamo sentito un forte rumore. Poi la nave si è spezzata in due, probabilmente perché ha urtato degli scogli: Ho abbracciato mio marito e ci siamo rivisti in mare e non l’ho più rivisto.
Una giovane donna non dice il suo nome, continua a parlare, le sue parole arrivano a bassa voce, sempre incomprensibili. “Il giorno prima eravamo spaventati a causa del mare agitato e io ho sempre pregato da parte di mio marito. Un giubbotto di salvataggio? Hanno dato a pochissimi, noi non ne abbiamoAncora: “Siamo del Punjab e ci siamo sposati prima di iniziare il viaggio…”. Scoppia in lacrime. Continua: ‘Avevamo una borsa, bottiglie d’acqua, cibo. Nient’altro.’ Un operaio della Croce Rossa le sorrise e la fece salire sull’autobus.
Poco distante, un uomo sulla quarantina, forse afghano, ha spiegato ai soccorritori in un buon italiano: «Sono venuto dalla Germania per aspettare mia moglie. Ecco i messaggi di WhatsApp che mi ha inviato alle quattro. Poi è mortoDall’ospedale arrivano altre storie scioccanti. Una è l’incidente di un ragazzo di 16 anni che è andato in mare con la sorella di 28 anni. Ha detto agli psicologi: “Io mi sono salvato, lei ha perso la vita. . Non ho avuto il coraggio di chiamare i miei genitori e raccontare loro cosa è successo. Lo farò domani se ne avrò la forza”.
Tra i sopravvissuti c’erano A Un ragazzo afghano di 12 anni che ha perso tutta la sua famiglia. Gli sopravvivono 9 parenti: i suoi genitori, i suoi quattro fratelli e tre cugini. Qualcuno a Kara (centri di accoglienza per richiedenti asilo) ha battezzato il naufragio “la strage dei genitori”. Perché ci sono tanti bambini, molti dei quali molto piccoli, che hanno perso i genitori. Alcuni di loro non sono ancora in grado di parlare di quello che è successo.
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