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25 dic 2021 12:00 GMT
L’Iran ha sottolineato fin dall’inizio che il processo al Grande Profeta 17, durato cinque giorni, è stata una risposta alle minacce dello Stato ebraico.
Venerdì, in Iran, si è conclusa un’esercitazione militare su larga scala del Grande Profeta 17, che si è svolta tra il 20 e il 24 dicembre sulle coste del Golfo Persico e dello Stretto di Hormuz e ha riguardato tre province dello stato persiano, con la partecipazione di forze navali, aeree e terrestri.
Comando militare supremo iraniano Spiega che Fin dall’inizio, le manovre avevano lo scopo di dimostrare che Teheran è in grado di difendere le sue basi nucleari e militari da qualsiasi minaccia esterna, in particolare quella percepita da Israele.
Il generale Hossein Salami, comandante in capo del Corpo della Guardia rivoluzionaria islamica iraniana, ha confermato venerdì che Nabi Gan 17 rispondeva alle minacce del “regime sionista”. E se i funzionari di questo regime fanno qualcosa, gli taglieremo le mani». confermato Alti dirigenti.
A sua volta, il generale di brigata Abbas Nilforshan ha indicato che le forze iraniane si sono esercitate a infiltrarsi nello scudo di difesa aerea del nemico con apparecchiature di guerra elettronica e si sono addestrate su diversi scenari di guerra.
L’ultimo giorno dell’esercitazione militare iraniana hanno lanciato Allo stesso tempo, 16 missili balistici, tra cui Imad, Ghadr e Sejil, con una gittata di 1700-2500 km, nonché il missile Zollfager che può colpire bersagli situati a una distanza massima di 700 km e con una precisione stimata di un metro. Tutti i missili hanno colpito i loro obiettivi.
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