Il nuovo firewall della Banca centrale europea per evitare un’altra crisi del debito dell’eurozona, annunciato questa settimana, manca ancora di un progetto definitivo. Tuttavia, i paesi nordici dell’unione monetaria (il cosiddetto frugale) Sono già così chiari Le loro controparti meridionali subiranno perdite elevate in cambio dell’utilizzo di questo scudo. Lo rivelano fonti vicine a Eurobank L’economista Quello frugale Dal consiglio di amministrazione dell’istituto monetario ha mostrato ‘Molto titubante’ prima di riattivare gli acquisti di debito a tutela di Spagna e ItaliaLo accetteranno solo imponendo “condizioni rigorose” a quelle economie.
Non si tratta solo di inasprire requisiti tecnici che già tutti gli analisti stanno anticipando, come ad esempio accorciare il periodo di tempo durante il quale la Banca Centrale Europea potrà acquistare nuovamente obbligazioni. Quello che hanno in mente i governi di Olanda, Finlandia o Austria, secondo le fonti consultate, è “Adeguamento generale della spesa pubblica” Sistemare disavanzi e debiti in Spagna e d’oltralpe e in altri paesi del sud dell’Euro, anche se i termini del Patto di stabilità sono rimasti ufficialmente sospesi nel 2023.
In altre parole, lo sarà Indietro Uomini in nero per quelle zone.
Il ricorso al solito gergo e alla retorica delle crisi finanziarie del 2012 e del 2015 non è affatto casuale. I paesi frugali hanno tratto insegnamento da queste turbolenze e ora sono pronti ad applicarle al meglio. In primo luogo, richiedono che la Banca centrale europea sia meticolosa nel rispettare le proprie scadenze e impegni.
fine degli acquisti
In tal senso, ricordano che Francoforte ha chiarito che gli acquisti di debito avviati nel Programma Straordinario di Controllo Pandemico (PEPP) sono scaduti il 31 marzo e dovrebbero continuare come tali.
Pertanto, l’eventuale riattivazione di acquisizioni di asset dovrebbe essere considerata una misura eccezionale connessa alle nuove esigenze di coloro che ne beneficeranno maggiormente. Tuttavia, i frugalisti sanno che non possono portare la loro inerzia all’estremo e rompere la piattaforma dell’organo di governo della Banca centrale europea.
L’Ucraina ha cambiato tutto
Ci sono chiare differenze tra la situazione attuale e quella del 2012 e del 2015. La nuova guerra in Europa ha cambiato molte cose, al punto che l’Unione Europea ha assunto un nuovo ruolo di paladina della solidarietà con un Paese fuori dall’unione stessa , come l’Ucraina.
In questo contesto, sarebbe ingiustificato, nel mezzo di questa stessa crisi, che l’eurozona si vedesse minata internamente e che i paesi del nord ignorassero i loro vicini meridionali.
Ma il parsimonioso è ben lungi dal dimenticarlo Il disavanzo pubblico medio in Italia, Grecia, Portogallo e Spagna è attualmente del 6,07% del PIL Quasi il doppio di quello delle maggiori economie del nord (compresa la Germania). Il divario è maggiore quando si tratta di debito pubblico. Il Nord Europa ha una media del 67% del PIL, rispetto al 147,5% delle sue controparti nella periferia.
Né l’ultimo programma di stabilizzazione né alcun altro documento Moncloa contiene alcuna tabella di marcia per il contenimento della spesa
L’imposizione di una rigorosa condizionalità a quest’ultima è enfatica non solo nella Banca centrale europea, ma anche a Bruxelles. Fonti della Commissione Europea confermano che, inoltre, Condizione necessaria per evitare “un altro confronto con il costituzionalista tedesco”Lo riferisce Carmen Obregon.
In questo modo si riferiscono nel ramo esecutivo della comunità alla causa presso la Suprema Corte Teutonica per il programma OMT di acquisti massicci di debiti lanciato dall’attuale Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi. Il ricorso è stato infine respinto, ma ha causato una lunga battaglia legale.
L’analista di Pictet WM Frederic Ducrozette approfondisce questo argomento e vede anche la nuova condizionalità dello scudo della BCE come una risorsa utile per “evitare il rischio legale”.
Questa situazione pone un problema importante nel caso spagnolo. Né il recente programma di stabilizzazione né alcun altro documento preparato da Moncloa contiene una road map per il contenimento della spesa. Al contrario, i pagamenti correnti sono in piena espansione con misure come il ricollegamento delle pensioni all’indice dei prezzi al consumo che, di per sé, significherà oltre 15.000 milioni in più per i bilanci pubblici il prossimo anno.
Resta da vedere come tale uscita possa essere giustificata non solo davanti a Bruxelles, i cui attuali limiti di spesa restano in vigore fino al 2023, ma anche davanti ai rappresentanti dei paesi frugali che siedono nel Consiglio direttivo della Bce.
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