Roma. (Un professionista). Il 2021 sta per diventare un anno nero anche per gli addetti alla stampa in Italia. I primi tre mesi dell’anno hanno confermato che nel Paese sono in aumento i livelli di ostilità e violenza nei confronti dei giornalisti, trainati anche dalla crisi economica e dal crescente utilizzo della tecnologia.
E’ quanto emerge da un rapporto presentato giovedi’ durante un incontro sulla libertà di espressione organizzato dalla Policia di Stato e dal Collegio dei giornalisti italiani.
I dati pubblicati rivelano che il numero di aggressioni e atti di intimidazione registrati nel periodo gennaio-marzo di quest’anno è 110, con un aumento dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso quando era 99.
In particolare, nella nuova realtà dominata da Internet, la violenza in rete è diventata la nuova frontiera dell’insicurezza giornalistica, con 55 attacchi registrati confermati, di cui il 50% individuati, che hanno colpito soprattutto le donne, come sottolineato.
La polizia italiana ha avvertito che l’aumento del numero delle giornaliste minacciate è “significativo”.
Allo stesso modo, gli attacchi originati nel fragile contesto politico e sociale lasciato dall’epidemia, che ammontavano al 36,33%, sono continuati in questo Paese di circa 60 milioni di persone, che è la terza economia dell’Unione Europea ( UNIONE EUROPEA). ).
Allo stesso tempo, la criminalità organizzata, che opera in Italia attraverso quattro grandi gruppi criminali organizzati (Camorra napoletana, ‘Ndrangheta calabrese, Cosa nostra siciliana e Santa Corona Polisa) era dietro a 18 episodi, il 16% del totale.
La maggior parte dei casi si è verificata in Sicilia, Lombardia, Lazio, Toscana ed Emilia-Romagna. Queste ultime cinque regioni non sono feudi tradizionali della mafia italiana.
Tendenza già radicata
La situazione coincide con una tendenza al rialzo già scoperta lo scorso anno, quando il numero dei giornalisti che hanno ricevuto minacce è arrivato a 163, con un incremento dell’87% rispetto al 2019. Un numero, secondo l’Ong Oxygen, arriva a 309, quasi uno al giorno, secondo un calcolo di questo La fonte include blogger basati su un altro metodo di analisi.
Questa organizzazione ha visto anche un aumento degli attacchi fisici, passati dal 19% nel 2019 al 29% nel 2020, nonché un aumento dei danni fisici agli strumenti di lavoro, passati dal 9,9% al 17% nello stesso periodo.
Uno dei casi più gravi è il caso di Mimo Rubio, giornalista di Arzano (Napoli) che è stato oggetto di gravi minacce dopo aver pubblicato alcuni resoconti di proteste di piazza a causa delle misure di restrizione alla circolazione dovute alla pandemia. Nel suo caso, la polizia ha finalmente deciso di metterlo sotto sorveglianza nell’ottobre 2020.
In questo scenario, durante l’incontro organizzato giovedì, Vittorio Razzi, direttore della polizia italiana, ha insistito sulla necessità che i giornalisti riferiscano “sempre” quando sono vittime di aggressioni o intimidazioni.
Morte di Vries
Gli scarsi dati italiani hanno coinciso con la notizia della morte del giornalista olandese Peter R. de Vries, aggredito il 6 luglio ad Amsterdam.
De Vries, 64 anni, è specializzato in indagini sulla criminalità organizzata nel suo paese, che ha messo in luce l’ampiezza della mafia olandese.
La famiglia ha dichiarato in una nota: “Pietro ha combattuto fino alla fine ma non ha potuto vincere la battaglia”. Ma Peter è stato all’altezza della sua convinzione: “Inginocchiarsi in ginocchio non è un modo per essere liberi”.
Anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha espresso rammarico per la morte di un giornalista, che ha suscitato scalpore nel suo Paese. “(Sono) profondamente rattristato dalla notizia della morte di Peter R. de Vries. Vorrei esprimere le mie condoglianze alla sua famiglia e ai suoi cari”, ha scritto il politico tedesco su Twitter.
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