6: giovedì 11 maggio. Napoli.- Napoli 156 km (in piano)
Lettera / Ciclo 21
La città di Napoli era destinata a vedere una seconda vittoria di tappa per la pausa al Giro d’Italia. Se non fosse stato per l’instancabile lavoro del team Trek-Cecafredo negli ultimi chilometri di gara, Simon Clarke o Alessandro De Marchi avrebbero avuto le mani alzate sul traguardo. Tuttavia, la loro lunga avventura in testa alla corsa si è conclusa a meno di 300 metri dal traguardo, a quel punto sono stati superati da un branco di Fernando Gaviria. La tattica del colombiano questa volta non ha dato i suoi frutti e Mats Pedersen ha concluso il lavoro della sua squadra vincendo davanti a Jonathan Milan e Pascal Ackerman.
Il livello successivo
7: venerdì 12 maggio. Capua – Campo Imperatore 218 km (alta montagna, 4.000 m di dislivello)
Un secondo arrivo in salita del Giro senza tener conto della cronometro di Ortona. Una tappa molto lunga e sconnessa caratterizzata soprattutto da una lunghissima salita finale. Dopo un lungo avvicinamento, una classica salita del Roccarazzo e del Piano delle Cinque Miglia (Girardenko si ritirò in momenti e circostanze molto diverse), poi una lunghissima discesa alla base del Gran Sasso. La salita a Campo Imperatore è una salita quasi interminabile spezzata da un Falsopiano centrale a circa 45km, quindi ci sarà un GBM a Galaccio e un altro all’arrivo. Il Gran Sasso ha completato la tappa del Giro quattro volte, ma nel 1985 a Fonte Serreto mancavano quasi 1000 metri. L’ultima è stata nel 2018 con una vittoria per Simon Yates.
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1°: Evenepoel (Presidente di Evenepoel) / 2°: Milano / 3°: Matteo / 4° Barrett-Beindre (Legnesund) / 5 boschetti (Legnesund)
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