Nella stagione più entusiasmante del ciclismo internazionale Per quanto riguarda la memoria, il Giro d’Italia, il primo grande in calendario, è vivace, celebrando il centenario dell’ultima vittoria in corsa di Constant Girardenko, il primo Campionissimo, poi assegnato a Coppi. mercenari. La sua leggenda è ben nota in Italia, dove si è dedicato dopo aver appeso la bicicletta al chiodo
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Nella stagione più entusiasmante del ciclismo internazionale Per quanto riguarda la memoria, il Giro d’Italia, il primo grande in calendario, è vivace, celebrando il centenario dell’ultima vittoria in corsa di Constant Girardenko, il primo Campionissimo, poi assegnato a Coppi. mercenari. La sua leggenda è ben nota in Italia, dove si è dedicato dopo aver appeso la bicicletta al chiodo Hanno prodotto e guidato diverse squadre, tra cui Poblet e Bahamontes, che hanno corso il Giro del 1956, che ha intensificato la loro rivalità con Charlie Cole.
Un dato evidenzia l’importanza che ebbe la sua figura per il calcio italiano: La sua fama raggiunse l’apice negli anni ’20, quando tutti i treni che attraversavano il nord Italia dovettero fermarsi a Novi Ligure, un paese sopra Genova, dove Girardenko nacque e divenne famoso all’età di 15 anni dopo aver vinto una gara di atletica-ciclismo. Una lotta contro Toronto Piedrie, un atleta che è stato squalificato dopo aver vinto la maratona ai Giochi di Londra e ha scatenato questo tipo di sfida più avanti nella sua carriera.
La sua persona sarebbe esplosa in popolarità nell’era attuale. Ha avuto una vita piena di ostacoli. Né il suo fisico – gambe piccole e corte – né il padre, che non voleva che il figlio pedalasse e gettò dal finestrino la sua prima bicicletta, non riuscirono a fermare lo sviluppo di un potente atleta: lo stop fu la prima guerra mondiale e il infezione dell’influenza spagnola, l’unica cosa che ottenne, che gli prolungò straordinariamente la vita. . Il suo tempo da ciclista è durato 24 anni, una longevità inimmaginabile di questi tempi, percorrendo quasi un milione di chilometri. A questo contribuì tappe come il Giro del 1914 tra Lucca e Roma, che vinse dopo 430 km. La sua presenza tenace alla Milano-Sanremo lo ha visto vincere sei volte e avere un grande record in un’epoca di biciclette immutabili. Oppure nel 1911 si addormentò, uscì 25 minuti dopo e superò tutti.
Nonostante il potenziale che avrebbe potuto avere, la sua riluttanza a guidare il Tour, la sua feroce concorrenza con Alfredo Pinta ridusse la sua importanza internazionale in Italia. Nel 1923, anno in cui vinse 8 Giro su 10 in 16 corse o tappe, dovette sfidare tutti i ciclisti oltre i 300 km per dimostrare di non temere nessuno: solo due. I ciclisti risposero con un sostanzioso premio: 50.000 lire. Nessuna scommessa piazzata. Era un ciclismo d’altri tempi, eroi bianconeri. Quando il passaparola era un canale straordinario. Lui
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