La guardia costiera tunisina ha riferito che domenica due nuovi naufragi di migranti nel Mediterraneo centrale hanno ucciso almeno 29 persone. I due incidenti sono avvenuti al largo di Mahdia, a circa 200 chilometri a sud di Tunisi, capitale dell’omonimo Paese. In uno dei relitti morirono 19 immigrati, mentre negli altri 10 morirono. Tutte queste persone, dirette dall’Italia, erano di origine subsahariana. Secondo un alto funzionario della Guardia nazionale tunisina, Houssem Jebabli, citato da Reuters, 11 migranti sono riusciti a essere soccorsi.
Altre cinque pericolose imbarcazioni con a bordo persone che volevano recarsi in Europa senza documenti sono affondate negli ultimi quattro giorni al largo della città di Sfax, sempre nel sud, con 67 dispersi e nove morti accertati.
La Tunisia ha scelto la Libia come principale punto di partenza per le persone in fuga dalla povertà e dai conflitti in Africa e Medio Oriente diretti verso le coste europee, passando per l’Italia, il Paese dove il 26 febbraio è affondato un vecchio peschereccio carico di migranti, a soli 150 metri di distanza. Dall’approdo nelle acque della Calabria meridionale. Almeno 79 persone, molte delle quali afgane o siriane, o provenienti da altri paesi in conflitto, sono morte, rendendole potenziali richiedenti asilo.
Solo negli ultimi quattro giorni la Guardia Costiera tunisina ha intercettato circa 80 imbarcazioni dirette in Italia con a bordo circa 3.000 migranti provenienti dai Paesi dell’Africa sub-sahariana. Secondo le statistiche del Forum tunisino per i diritti sociali, economici e sociali, la Guardia costiera ha impedito a più di 14.000 immigrati di lasciare le coste tunisine durante i primi tre mesi di quest’anno, rispetto ai 2.900 dello stesso periodo dell’anno scorso.
Da parte sua, la Guardia Costiera italiana ha dichiarato, giovedì, di aver salvato circa 750 migranti in due operazioni al largo delle coste del sud Italia. Secondo le statistiche del Ministero dell’Interno italiano, lo scorso anno sono sbarcati sulle sue coste oltre 18.000 immigrati tunisini, di cui 4.000 minorenni, e ben 600 persone hanno perso la vita tentando di attraversare il Mediterraneo centrale, che comprende anche Libici. la costa.
Il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha detto venerdì che l’Europa rischia di vedere “un’enorme ondata di migranti dal Nord Africa” raggiungere le sue coste se la stabilità finanziaria non è garantita in Tunisia. La Meloni ha chiesto al Fondo monetario internazionale e ad altri Paesi di aiutare rapidamente il Paese maghrebino a evitare il crollo.
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Partecipare
Attacchi xenofobi
Questo aumento dei tentativi di attraversare il Mediterraneo centrale, considerata la rotta migratoria più pericolosa al mondo, coincide con una campagna di arresti e attacchi xenofobi contro i cittadini dell’Africa sub-sahariana in Tunisia, dopo che il presidente del Paese, Kais Saied, ha accusato migranti di: africani sahrawi dall’essere parte di una cospirazione per cambiare la demografia e l’identità “arabo-islamica” del paese.
Centinaia di africani sub-sahariani, per lo più provenienti dalla Costa d’Avorio e dalla Guinea, hanno chiesto il rimpatrio volontario nei loro paesi dopo aver perso il lavoro – spesso nell’economia sommersa – e, in alcuni casi, essere stati sfrattati dalle loro case dai proprietari.
Dopo le critiche della comunità internazionale, il governo ha annunciato misure per facilitare il soggiorno legale e il rimpatrio volontario, nonché una linea di assistenza. Said in seguito ha difeso di essere un razzista “perché ha amici africani” e ha accusato i suoi critici di aver distorto le sue parole per danneggiare il Paese.
Venerdì una trentina di organizzazioni hanno accusato il ministero dell’Interno tunisino di sopprimere le campagne umanitarie a favore dei migranti.
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