Scritto da Diego Cornejo Castellanos *
“È la tradizione che detiene il mio massimo rispetto. È il gruppo di amati insegnanti che ho avuto come mentore. La tradizione è per me, la mia città natale, mio padre, mia madre e la mia famiglia” (Diego Zavaleta).
La Repubblica argentina ha avuto per decenni una visione ambigua della sua “identità”, e quindi diventa quasi impossibile elaborare un progetto fattibile per il paese, secondo l’evoluzione dei tempi. All’interno della nostra società si generano e si inaspriscono costantemente innumerevoli controversie, abnormi e manichee, che tendono solo a minarne lo sviluppo ea distorcere ogni possibile scenario che le permetta di uscire dal ripetuto declino.
La caratteristica amnesia storica tra gli argentini è diventata endemica e intrisa di pregiudizio e amarezza ancestrale, se non di imperdonabile oblio. La figura eminente del Dott. Diego Estanislao Zavaleta, chirurgo di fama internazionale, per la sua rilevante carriera oltre che per il suo temperamento severo e disciplinato, nonché per il merito di “mostrare integrità morale tra colleghi e pazienti”, è attualmente oggetto di a tanta ingratitudine: l’omissione della sua persona nella storia salta a Colui che aveva sempre amato, ma questo silenzio, anche se inopportuno, eleva ancora di più questa feconda esistenza.
Una personalità che possiede aspetti così arricchenti richiede un’indagine approfondita e approfondita, poiché il ricercatore scava nell'”uomo” oltre che nel “mondo”. Questa convivenza naturale è ciò che consente alle persone di vedere pienamente, e questa esigenza diventa di fondamentale importanza quando si è in presenza di un essere che ha raggiunto le posizioni più alte che ogni professionista si sforza di raggiungere, anche se sono pochi quelli eccezionali che raggiungono i propri obiettivi. Un sogno tanto atteso.
Zavaleta, l’uomo
Nacque a Salta l’8 maggio 1904, suo padre, Diego B.
«La mia casa, di modesta posizione economica, è dedita ai lavori rurali tipici della contrada», disse con orgoglio.
Terminati gli studi primari nella scuola normale e quelli secondari nell’antico Collegio Nazionale della nostra provincia, nel febbraio 1922 iniziò il suo cammino senza ritorno per proseguire gli studi universitari.
Con una risata affermava nei confronti dei giovani della sua generazione: “I ragazzi di Salta erano pazzi a quel tempo, ma conoscevamo i limiti del rispetto”, ma il suo grande problema esistenziale, che lui stesso non poteva rivelare, è la ragion d’essere della sua esistenza. inclinazione verso la medicina.
“La mia esistenza professionale andava mutando nelle sue varie epoche fino a cristallizzarsi in qualcosa che, dopo tanto camminare e girovagare, in qualcosa che dico strettamente legato alla vocazione”, in questo modo e con la sua consueta modestia, senza astrarsi nemmeno nei giorni passato sull'”enigma professionale”, ha espresso Ha espresso i suoi sentimenti più profondi di fronte ai numerosi partecipanti a questo evento in cui si è distinto con il titolo: Maestro di Medicina Argentina. In quella memorabile occasione raccontò: “In tenera età volevo diventare un soldato di alto rango, di indole eroica. L’immaginazione era un uccello sciolto. Nulla si opponeva ai bastioni. Ed eccomi lì, in mezzo a una sanguinosa battaglia, con il mio competenza sicura, piena di eroismo…”
In un altro passaggio della sua presentazione osserva con nostalgia: “…a volte mi immaginavo un illustre poeta o un virtuoso musicista, incoraggiato dal successo e dalla fama. Naturalmente, quelle ricreazioni fantasiose erano del tutto separate dalle mie possibilità, così come il fatto che Non potrei mai scrivere una strofa così mediocre e segnata dalla mia capacità musicale nella sua povertà”.
Ma una delle influenze che lo attirò nella sua decisione, secondo le sue stesse dichiarazioni, fu quella del dottor Luis Gomes, uno dei principali esponenti della medicina nel nostro Paese, senza dimenticare la sua importante attività politica tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo scorso. dalle 20.
Negli ultimi anni della facoltà di medicina, e dopo aver conseguito la laurea in medicina, ha tenuto lezioni in un liceo di Buenos Aires, per far fronte alle sue magre entrate economiche. Tornato a Buenos Aires, suo zio, il dottor Luis Linares, importante presenza politica ed economica a Salta per quasi tre decenni, ha avuto una notevole influenza sulla vita personale del suo giovane nipote Zavaleta Linares, che in seguito ha contratto un matrimonio adottivo. Suo cugino Luis, la signora Estela Linares Villegas dalla quale ha avuto otto figli.
Aveva molti amici, ma quelli più vicini a lui e con i quali trascorreva sempre molto tempo a Salta e Buenos Aires erano suo cugino Arturo Figueroa Linares, Mariano, Jorge, Federico, Ángel Mariano Ovejero Linares, i suoi fratelli e cugini. Soprattutto con il famoso e iconico medico Guillermo “Ucururo” Villegas, con tutti i quali il suo rapporto andava oltre i legami di sangue, proprio perché erano suoi intimi amici, a Buenos Aires mantenne anche un rapporto cordiale con Grales. Manuel Alvarado, José Rafael Herrera, Altri membri del gruppo sono Jorge Alvarado, Guillermo Clix López, Hector González Eramín e il dottor Emilio Hardoy, con il quale discute questioni relative alla vita del nostro paese.
Profilo professionale
Si è laureato in medicina nel 1928, poi ha lavorato come praticante presso l’ospedale Torcuato de Alvear, quindi è entrato a far parte della quarta stanza, chirurgia femminile.
Nel 1930 entrò nella sala di chirurgia generale del suddetto ospedale, il cui primario era il Prof. Dott. Alfredo Buzzi. Ma il 1931 diventa l’anno decisivo per la vita professionale del dottor Zavaleta, incontro con eminenti chirurghi, i fratelli Enrique e Raul Fenochetto, al Rawson Hospital. Con soddisfazione, riferendosi al carattere di entrambi, affermò: “Passarono i miei anni di praticante, e nel 1931 entrai a far parte di un ristretto gruppo di giovani medici che accompagneranno a lungo Riccardo Finochetto…”, e precisò: ” Lo spirito è maturato e la carriera professionale è cresciuta.Con il dottor Finochietto ho conosciuto e imparato cosa vuol dire lavorare in modo ordinato e diligente.Una volta ho detto che per essere un vero maestro, la dedizione deve essere completa e il tuo percorso trasparente”, ha detto: “Finochietto è una parola per due persone. È una feconda propaggine di due parti: i fratelli Enrique e Ricardo. Enrique dal genio creativo e Ricardo dalla professione di insegnante instancabile, metodico e brillante…”.
Il dottor Diego Zavaleta, che fin dai suoi inizi da studente universitario non si è arreso per un secondo al suo desiderio di studiare, ricercare e insegnare era un chirurgo generale, una razza in via di estinzione come correttamente identificata da uno dei suoi assistenti. Adatto ad operare in chirurgia toracica, addominale, cervicale e vascolare, ha ricercato soluzioni a problematiche di natura traumatica ed urologica, che oggi comportano la specializzazione di ognuno di questi aspetti.
Ha anche ricevuto segnalazioni da colleghi per questioni molto complesse, come la chirurgia esofagea o la pancreatectomia. Non conosceva limiti in termini di tempo che aveva in ciascuna delle sue giornate, diventando attivo alle 8 del mattino al Rawson Hospital e alle 14:00 stava già facendo i suoi “hang” al sanatorio, a volte fino a tarda notte. La sua resistenza fisica era fonte di stupore per i suoi giovani allievi, ed era carico di influenza umoristica, soprattutto con quegli assistenti matematici, sebbene finissero per essere esausti. Dr. Zavaleta Da quando qualcuno ha memoria non ha praticato sport.
La sua carriera di insegnante, plasmata dall’esempio e dalla solidità del suo comportamento, ha portato alla formazione di centinaia di giovani chirurghi, tra cui i medici: Eduardo Trigo, Jorge Uglietti, Juan Carlos Olaseregui, Santiago Pereira, Antonio Heidenreich, Eduardo Marino, René Bon Castellani , José María Avendagno e Diego Zavaleta (A terra). A Salta, i suoi auditor, con i quali era in contatto, erano i medici Jorge Barantes, Jorge A. González Diez e suo nipote, il dottor Ricardo López Figueroa.
Tra i suoi contemporanei nel campo della medicina a Salta si registrano i nomi di Drs. Arturo Onativa, Elio Alderete e Jorge San Miguel. Sarebbe esagerato dettagliare le molteplici onorificenze conferitegli per il suo instancabile ed encomiabile lavoro, basti citare: Presidente dell’Associazione Argentina di Chirurgia, Presidente di Congressi Nazionali e Internazionali, e Accademico di Medicina, che ha poi ricoperto la presidenza dell’Accademia Nazionale di Medicina. Medicinale.
Con queste righe si è cercato di delineare l’illustre personalità del Dott. Diego Zavaleta, e restano da pubblicare gli altri tratti e attività che lo hanno segnato come uomo di singolare valore.
Accogliamo con favore se ciò che viene rivelato tende a mobilitare la coscienza storica degli argentini, che accettiamo questa omissione, che cerchiamo d’ora in poi di preservare e propagare l’eredità morale e scientifica del carattere maestoso della Repubblica.
Parafrasando questo passo biblico: “Solo la verità ci renderà liberi”, in questa occasione è opportuno evidenziare un esempio della statura del dottor Diego Estanislao Zavaleta. Questo esempio nella vita ravviverà e arricchirà la nostra coscienza nazionale.
L’illustre “Maestro” nel vero senso della parola è venuto a mancare il 9 novembre 1989, e anche negli ultimi istanti della sua esistenza non è venuto meno il suo stretto attaccamento alla nobile terra in cui era nato. Per questo la sua invocazione costituirà indubbiamente un segno di speranza per le generazioni presenti e successive, e un degno omaggio a questa personalità illuminata.
* Storico di Salta.
“Appassionato di musica. Amante dei social media. Specialista del web. Analista. Organizzatore. Pioniere dei viaggi.”