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Cybersecurity e droghe sintetiche puntano all’interno del G7 nel Sud Italia

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Cybersecurity e droghe sintetiche puntano all’interno del G7 nel Sud Italia

Roma, 2 ott. (EFE).- La sicurezza informatica e la lotta alle reti che diffondono le droghe sintetiche, in particolare il fentanil, saranno al centro della riunione dei ministri dell’Interno del G7 che si terrà da mercoledì a venerdì prossimo a Mirabella Eglano. Importante centro commerciale dell’antica Roma situato nel sud Italia.

Con l’Italia che presiede la presidenza annuale del gruppo, il ministro italiano Matteo Piantossi aprirà ufficialmente l’incontro questo pomeriggio, ricevendo i suoi omologhi delle sette democrazie più industrializzate del mondo: Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia, Canada e Giappone.

Presenti al vertice in un momento di forte instabilità internazionale che caratterizza i dibattiti, il Vicepresidente della Commissione Europea e il Commissario per gli Affari Interni e organizzazioni internazionali come Interpol, I.O.M. , UNHCR e UNODC, ha affermato il Ministero italiano.

La giornata di lavoro inizierà domani, con un primo incontro sul tema della sicurezza in relazione alla situazione internazionale in continua evoluzione, prima che i ministri discutessero di sicurezza informatica e criptovalute.

Questo giovedì si parlerà anche dei rischi e delle opportunità delle applicazioni dell’intelligenza artificiale (AI) e della prevenzione e lotta contro le reti criminali internazionali responsabili della diffusione delle droghe sintetiche, in particolare del fentanil.

In un comunicato del Viminale, prima della conferenza stampa finale di Piantedosi, venerdì, ultima giornata di presenza dei ministri dei Paesi terzi, ha spiegato le strategie per contrastare i migranti e, in particolare, il traffico di esseri umani.

Il raduno ha avuto luogo nella città di Mirabella Eglano, l’antica Eglanum, importante centro commerciale sulla via Appia che collegava Roma al porto di Brindisi (Sud) e i cui resti sono stati recentemente dichiarati conservati in un parco archeologico. Sito patrimonio dell’UNESCO. EFE

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